08 November, 2008

着物。Di Geisha* e altre storie fluttuanti. Maestra di Kimono.


L'arte è sorpresa, equilibrio, sofferenza, bellezza.
Come un artista cerca i suoi toni tra mille colori, così una Maestra di Kimono crea la perfetta combinazione affinché l'indossare questo abito tradizionale giapponese si trasformi in un'opera d'arte.
Ce ne parla Kanako Osawa, giovane Maestra di Kimono 1kyu** dal 1992.
** 1kyu è il più alto livello in una scala di 3 kyu; solo con il primo shihan 1kyu si può insegnare come indossare appropriatamente il kimono.

Kanako-san, che importanza ha il kimono nella vita di una donna giapponese?
Oggi è rimasta solo come tradizione del nostro Paese, di fatto ormai molto moderno.
Viene indossato dopo i 30 gg dalla nascita, a 3 anni, a 7 anni e a 13 anni (vecchissima tradizione solo in alcune parti del Giappone) per accedere alle cerimonie del tempio shintoista.
Oggi a 20 anni si fa la cerimonia in comune in kimono per festeggiarla. Ogni anno a gennaio il secondo lunedi è la festa nazionale per festeggiare i 20 anni (ndk. 成人式 "seijin shiki". La maggiore età in Giappone si raggiunge a 20 anni). Parliamo di un kimono furisode solitamente regalato dai genitori.
Normalmente, quando ci si sposa i genitori preparano alcuni kimono per la figlia. Una tradizione è quella di inserire un kamon (stemma) della propria famiglia, per non dimenticare il proprio cognome che, sposandosi, la figlia perderà.

Prima dell'occidentalizzazione del Giappone, con che frequenza si indossava il kimono e chi poteva indossarlo?
Praticamente tutti. Ovviamente variavano i tessuti e i colori in base al ceto sociale e all’agiatezza economica. Spesso i pezzi erano anche misti con hakama (tipica gonna pantalone), soprattutto nei periodi economici difficili.

Oggi si vede solo nelle occasioni speciali; ma una volta si indossava normalmente?
Certamente, e specialmente fino a durante il periodo della guerra. Poi, dopo gli inizi degli anni '50, piano piano si è cominciato a tralasciarne l’uso quotidiano.
Solo negli ambienti artistici si è proseguito l'utilizzo quotidiano del kimono (indossato, per esempio, nelle sale da tè dalle geiko).

Cosa significa diventare Maestra di Kimono?
Significa avere una passione dalla nascita per i kimono.
Mia nonna aveva una grossa passione per i kimono e ne possedeva molti kimon; quando da piccola andavo a casa sua ero felicissima. Apriva i cassetti e mi raccontava le storie di un tempo che fu con i vari kimono.
I colori, la femminilità dei gesti ormai sempre piu rari sono un dono prezioso del nostro Paese e incantano qualsiasi straniero.
Capire e sentire le emozioni che può dare un kimono non puo andare perso nel tempo ed è giusto insegnare alle nuove generazioni proprio questo.



Quali sono i motivi che spingono ad intraprendere un percorso così duro, e quanti anni ci vogliono per raggiungere il suo livello?
Con i primi 2 livelli si apprendono le tecniche, le tipologie e moltre altre cose; con l’insegnamento avviene invece l’affinamento reale che, come nelle arti marziali, dà l’opportunità di tatuare nelle testa veramente le procedure e le finezze. Per raggiungere i 3 livelli mediamente ci vogliono 7/8 anni.

Gli occidentali sono molto attratti dalla bellezza di questo capo, ma spaventati dalla difficoltà con cui si indossa. Per questo motivo, nelle sfilate di alta moda si vedono spesso capi che richiamano all'obi o alle maniche del kimono.

Di solito questo genere di abito viene chiamato yofuku (vestito occidentale), per identificare una occidentalizzazione del kimono tradizionale per street ware o alta moda.
Ci sono bellissime idee e colori ma, per il Giappone, non ha nulla a che vedere con il kimono tradizionale.

Cosa pensa delle interpretazioni occidentali di questo capo tradizionale?
Quando vivevamo a Londra ho visto qualche volta signore con jeans e sopra giacca di haori in metro o in autobus e, veramente, sono stata colpita per l’originalità e l’accostamento delicato dei colori e dei disegni.
Quando viene accostato un giusto mix di fusione il risultato è molto bello, oggi in Giappone molti giovani vestono alcuni capi misti, ed bello perché viene trascinata la tradizione pur viaggiando nel futuro. Ovviamente parliamo di capi misti appropriati; ma per eventi importanti, religiosi e ufficiali, il non rispettare le regole tradizionali è inappropriato o meglio intollerato.

*Con il termine "geisha" in Occidente si indica quella che in Giappone viene invece definita "Geiko", ovvero l'artista tradizionale giapponese che esprime la sua arte attraverso la musica, il canto, la danza e la conversazione.
Il termine "geisha" viene introdotto in Occidente dopo l'invasione americana del Giappone durante lo scorso secolo, quando si definivano così le accompagnatrici dei quartieri di Tokyo.
Mentre nell'immaginario occidentale la geisha viene relegata alla semplice funzione di intrattenitrice del pubblico maschile, in Giappone ogni gesto della Geiko deve rappresentare bellezza e armonia, ed ella lavora sodo per esprimere qualcosa di sublime anche nel semplice atto di versare una tazza di sakè.

15 comments:

Elena Bruno said...

Ho sempre avuto un'istintiva passione per i kimono, mi ha fatto molto piacere approfondire l'argomento! Buon fine settimana

Elisabetta said...

... ce la farò. Sì, prima o poi ce la farò...

vivi.roma said...

ce la farai con me, prima o poi con me...^^

Elisabetta said...

Lo so!!!!

nicolacassa said...

Lo sai che adoro questo post sorellona! Ti voglio bene! Nic

Claudia Casu said...

Twostella:
i tessuti, i colori, le forme... potrei passare giorni interi ad ammirarli ^^

Eli e Vivi:
ce la farete a cosa?

Nic:
:*

Anonymous said...

Te lo abbiamo scritto via e-mail,
e lo riconfermiamo qui;
grazie di cuore...

Domo arigato gozaimashita!!!

Elisabetta said...

Ma come Kazu!!! La nostra passeggiata a tre in kimono!!!

nicolacassa said...

>A Kazu, Eli e Vivi, nonchè "Il trio del Kimono"> posso essere il vostro fotografo nonchè video-operatore ufficiale??

>Kazu> Grazie per stamattina (ora Italiana), vedrai che qualcosa succederà :*

Claudia Casu said...

G&K:
con voi due non si finisce mai di imparare. Non vedo l'ora di poter collaborare ancora insieme ^^

Eli: Vivi-chan è la nostra "iniziatrice di kimono" ufficiale, ma su questo argomento scriverò più avanti. La stella del post è Kanako-san :)

Nic: non potrei ambire a cameraman migliore ;)

The City said...

Per me che di cultura giapponese non ne so molto, questo post ha un valore doppio: è istruttivo ed esclusivo. Non so se si usa, ma viene voglia di fare un inchino alla fine per ringraziare.

Elisabetta said...

Lights on Kanako-san!

Claudia Casu said...

Stefi:
son sicura che saresti graziosissima in kimono. E il tuo inchino sarebbe elegantissimo :)

Anonymous said...

Roma chiama Tokyo. Sei stata da Club-C nei pressi di Ikejiri Station? Pare che si possano provare senza dover acquistare creme, trucchi e profumi. Il paradiso delle donne. Ne ho letto su un allegato

Claudia Casu said...

Tokyo risponde...
http://www.club-c.net

In settimana se riesco faccio un salto e ti dico ^^

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