03 November, 2010

東京物語。Tokyo Monogatari, una settimana per due. Terza puntata a tutto Rock.

Come facce della stessa medaglia, a Tokyo ci sono luoghi che con la loro estrema diversità creano un perfetto connubio tra note chic e deep dark. Perfetto per i più esigenti.

Dopo la stilosa Shibuya, eccoci quindi al cospetto di Shinjuku.

Skajan, giubbotto nero con ricamo tradizionale giapponese di Hamakura Shop

Vi accorgerete soltanto dall'abbigliamento dei giovani che si tratta di un luogo ben più trasgressivo e particolare.
Un'intera città che si erige su svettanti grattacieli di giorno e brulica di vita fino a notte fonda, senza dormire mai.


Per recarvi a Shinjuku salite sulla famosa Yamanote-line, la linea circolare che percorre i dintorni di Tokyo senza fermarsi mai in entrambe le direzioni. Se sbagliate senso non preoccupatevi, siete comunque sicuri di arrivare alla fermata giusta... prima o poi.

Appena uscirete dalla Stazione di Shinjuku verrete travolti dall'enorme folla, dai colori e dai suoni interminabili di questa zona.
La vostra meta iniziale potrebbe essere il Tokyo Metropolitan Government Building, ovvero il Municipio delle 23 città che costituiscono Tokyo.
Preparatevi ad ammirare un panorama mozzafiato di tutta l'area metropolitana dall'unico osservatorio ad accesso gratuito della Città.
I piani panoramici sono aperti fino alle 23:00, potrete perciò gustarvi lo spettacolo sia di giorno che di notte; se vi piace particolarmente, potete tornarci due volte nella stessa
giornata.

Durante il percorso che vi porterà al Metropolitan Government Building, non mancate di fare qualche scatto al nuovissimo e avvenieristico grattacielo chiamato Cocoon Tower.
Completato circa due anni fa, al suo interno sono ospitate diverse scuole di moda e design.

Per godervi Shinjuku dal basso basterà tenervi nei paraggi della Stazione per ammirare negozi di qualsiasi tipo, mangiare in ristorantini gustosissimi ma molto economici, fare shopping in leggerezza. Perdetevi pure tra le stradine e immergetevi nello spirito metropolitano di questo luogo speciale.



Se il clima lo permette, a Shinjuku c'è qualcosa di davvero anticonvenzionale da fare: munitevi di pranzo al sacco (potrete acquistare pranzetti golosi preconfezionati e muniti di bacchette in uno dei qualsiasi Convenience Store per le strade) e trascorrete un paio d'ore nel mitico e bellissimo Parco "Shinjuku Gyoen".


C'è un piccolo biglietto di ingresso sui 2/300 yen, ma potrete ammirare uno dei parchi più belli e maestosi di tutta la metropoli.
Se proprio volete fare i superorganizzati, portatevi dalla mattina un telo da stendere sul prato e cercate un angolino tranquillo dove ascoltare gli uccellini e gustare il vostro bento.

Se decidete di andare subito al Parco e di seguito visitare Shinjuku e i grattacieli, la fermata della Metro è "Shinjuku Gyoen Mae" della Marunouchi-line. Ciò vi permetterebbe di vedere il panorama di Tokyo dall'alto al tramonto e magari di gustare un aperitivo al mitico New York Bar dell'Hotel Hyatt, proprio il bar del film "Lost in Translation".

Potrebbe essere proprio con una serata leggermente glamour il modo migliore per completare uno dei vostri giorni di vacanza a Tokyo, una città che vi lascerà senza fiato per la sua modernità e vi incanterà con i suoi angoli rimasti fermi nel tempo.

to be continued...

18 October, 2010

東京物語。Tokyo Monogatari, una settimana solo per due. Seconda puntata a tutto shopping.

Tokyo ha un indomabile cuore rock.
La notte indossa un giubbotto di pelle nera; cammina per le strade portando con se la sua inseparabile chitarra. Chi incrocia il suo sguardo rimane incantato da quella luce malinconica che le illumina il viso.

La mattina, però, si sveglia sempre presto.
Indossa il suo make-up migliore e non fa mistero della sua innata sicurezza.
Potete incontrarla facilmente per le strade di Shibuya, con quella gonna cortissima e i cuissard colorati.

La famosa pop idol Ayumi Hamasaki


Incastonata tra la zona superchic di Omotesando e l'area verde del famoso tempio Meiji-Jingu, Shibuya è in assoluto

una delle zone

più popolate e famose di Tokyo.

La raggiungerete comodamente con la Ginza-line, dedicando la mattina alla visita di Harajuku e il bellissimo Tempio Meiji-Jingu.
La fermata metro consigliata è Omotesando. Percorrete a passeggio la sua bellissima strada (alla stazione della metro troverete sempre una comoda mappa con le uscite e le direzioni migliori), in direzione Harajuku, tenendovi possibilmente sul lato sinistro.

Tod's Store, Omotesando. Fonte www.mimoa.eu

A un certo punto, subito prima del negozio Dior, troverete una particolare costruzione in stile tradizionale (facciata con tetti verdi e pilastri rossi) dove acquistare souvenir deliziosi a prezzi davvero ottimi. Potrete trovare splendidi regalini per gli amici o pezzi graziosi per la tavola (poggiabacchette, tazze, ciotoline, poster ecc. ecc.). Poco più avanti, sempre sulla sinistra c'è il famoso Kiddy Land, paradiso dei piccoli ma anche dei grandi da più di 60 anni.

Dall'altro lato della strada potrete ammirare il meraviglioso centro commerciale Omotesando Hills, che comprende più di 100 shop di successo e di fama internazionale.

Percorrendo il viale fino in fondo arriverete a Harajuku; nel fine settimana (ma anche nei giorni feriali) sfilano bizzarri ragazzi travestiti in mille modi; e si fanno fotografare volentieri.

Trovate una miniguida con diverse mappe sul sito di Nicolaingiappone qui: http://nicolaingiappone.blogspot.com/search/label/Stili%20di%20Harajuku

Da Harajuku si entra nel famoso Meiji-Jingu, bellissimo Tempio costruito circa 150 anni fa in onore degli Imperatori Meiji. Dal mese di settembre il Parco chiude alle 17.20, perciò meglio andarci nel primo pomeriggio per godersi una splendida passeggiata nel verde e nel silenzio.

Il Meiji-jingu, insieme al Palazzo Imperiale e al parco di Yoyogi, è uno dei pochi ma enormi cuori verdi della Metropoli.

Finita la visita al Tempio, tornerete all'ingresso davanti alla Stazione Harajuku.

Se i piedi vi sono ancora amici, prendete la Meiji Street fino a Shibuya. Potrete godere di uno spensierato window shopping e godere di meraviglie architettoniche, quali il futuristico palazzo a forma di iceberg dell'Audi Forum.

Se invece siete stanchi prendete la linea JR Yamanote e scendete a Shibuya. Uscendo dalla gate centrale, potrete attraversare il famosissimo incrocio "Shibuya Scramble", con i suoi caratteristici attraversamenti diagonali.

Qui avrete davvero l'imbarazzo della scelta per gli acquisti, sia per lui che per lei. Godetevi il paradiso dello shopping con calma e toglietevi qualche sfizio.

Immancabile un bel giro da "109" e nei palazzi di "Parco": piani e piani di negozi per tutte le tasche.

Per la cena scegliete con tranquillità tra i mille ristorantini della zona in base alla fame e alla temperatura.

to be continued...

11 October, 2010

東京物語。Tokyo Monogatari, una settimana solo per due. Welcome to the City of lights.

Luci, chiasso, tecnologia e cose incredibili.

Queste le caratteristiche più conosciute di Tokyo, città altamente futuristica che attrae appassionati di scienza, arte e tecnologia da tutto il pianeta.

La nuova Tokyo Sky Tree Tower cresce alla velocità della luce.

Una metropoli dalle mille nuance, che tra i toni dark nasconde anche un sorprendente lato romantico, rendendola una meta perfetta per una fuga a due. Da qui nasce l'idea di creare un viaggio ideale per due a puntate, dove una volta a settimana Zen and the City vi prenderanno per mano per accompagnarvi in questa speciale avventura.

La linea più nuova della Tokyo Metro, Fukutoshin-sen

Immaginiamo quindi di avere solo sette giorni a disposizione. Non vogliamo perdere i lati più interessanti di questa città in continua evoluzione senza però negarci dei momenti di tranquillità in luoghi lontani dal comune.

Biglietto superscontato e hotel in pieno Centro con un clic su Expedia.it e... si parte.

1°Giorno. Arrivo all'Aeroporto di Narita.

Dopo aver sbrigato le pratiche burocratiche (compresa foto e registrazione impronte digitali) e ritirato i vostri bagagli, per raggiungere il vostro Hotel avete due opzioni:

1. Narita Express, il treno superveloce che collega l'aeroporto di Narita alla Stazione Centrale di Tokyo in circa 55 minuti.

http://www.jreast.co.jp/e/nex/tickets.html

Consigliato a chi non ha problemi a muoversi nelle metro internazionali con bagagli non troppo pesanti (le scale mobili e gli ascensori non sono sempre ovunque).

prezzo attuale: 2940 yen (circa 24 euro)

2. Limousine Bus, un efficientissimo servizio di trasporti su ruote che, oltre ad essere leggermente più economico del gettonatissimo treno Narita Express, vi consentirà di beneficiare del vostro primo, splendido panorama del Giappone (magari al tramonto, chissà, dipende dall'orario in cui arrivate).

Il percorso Aeroporto-Hotel si compie in meno di due ore, a seconda del traffico; il lato positivo è che si arriva direttamente a destinazione senza trasportare le valigie e cambiare treni.

Il prezzo varia a seconda delle destinazioni, ma si aggira intorno ai 3000 yen.

http://www.limousinebus.co.jp/en/platform_searches/index/5/67

Check in in albergo. La maggiorparte dei Business Hotel di Tokyo ha orari poco flessibili sul check-in e il check-out della camera, perciò informatevi prima per non avere sorprese.

Gettonatissimi gli alberghi della catena Monterey, presente in tutto il Giappone e a Tokyo con ben 5 strutture, posizionate in punti strategici della Città quali Hanzomon, Akasaka e Ginza.

Le camere dell'hotel Monterey Akasaka

Immaginiamo di aver optato per Ginza, la strada più chic e centrale di Tokyo. Una volta raggiunta la vostra camera non lasciatevi sopraffare dalla stanchezza e concedetevi subito una bella doccia calda. Sforzatevi di seguire il ritmo del sole e andate a dormire all'ora in cui lo fate di solito, anche leggermente più tardi.

Tokyo offre diverse attrazioni fino a tardi, è una città dinamica e le strade sono sempre frequentatissime. Vi sentirete da subito al sicuro. Avrete fame e per abituare il vostro corpo a tutte le novità sarà meglio tenersi leggeri, magari con un primo approccio al sushi o con una full immersion di verdure in stile cinese, quello autentico.

Locali di sushi consigliati a Ginza:

Masazushi http://masazushi.co.jp/menu_1.html

Gonpachi http://www.sushi.gonpachi.jp/en/casual/home/index

(entrambi sui 5/6000 yen a persona, un po' cari ma ottimi)

Locali di ottima cucina cinese consigliati a Ginza:

Kamonka http://r.gnavi.co.jp/g223601/menu8.html

(set menu dai 3000 ai 6/7000 yen a persona)

Kowloon http://r.gnavi.co.jp/fl/en/b266500/index.htm

(sito in inglese, sui 4000 yen a persona max)


La vostra avventura ha appena avuto inizio. Siete pronti a seguirci per il resto dell'impresa?

16 September, 2010

La New York graffiante

Amici maschi perdonatemi, credo che questo articolo vi interesserà poco ;)




Absolutely Alice, dedicato alla celebre favola, Can you tapas it? come omaggio alla Spagna o I pink of you, per una scelta più romantica. Ma ancora: Suzy e il bagnino, Blue my mind, Coney island Cotton candy

Sono tutti nomi dei fantastici e spettacolari colori degli smalti OPI (pronuncia: opiai). Oltre ad essere resistenti e di ottima qualità, sono anche i prodotti più trendy in fatto di manicure.



Da pochi mesi, ad esempio, è uscita una linea di smalti abbinati al laptop della marca Dell, tra cui l'imperdibile nuance I’m not really a waitress.


I prodotti si trovano anche in Italia ma… costano il doppio. A Milano c’è anche un centro OPI per manicure e pedicure impeccabili. Se volete divertirvi un po’ a giocare con i colori andate qui.



La cura delle unghie è sempre stata un’ossessione per la maggior parte delle donne americane e nella stessa Manhattan, soprattutto nel Village, ci sono tantissimi negozietti che per 10 dollari (più mancia) rimetteranno in pochissimo tempo le vostre unghie a nuovo.

Dunque, non poteva mancare la SPA delle unghie (a proposito sapevate che il termine SPA significa salus per aquam=salute tramite l’acqua in latino?) a cinque stelle.


Ce ne sono tre, due nel Village e uno nell’Upper East Side. Sto parlando di Jin Soon, coreana, che prima di aprire i suoi lussuosi centri era nota in tutta NY come "Bicycle Jin" in quanto girava per tutta Manhattan con la bici facendo manicure a domicilio.

È un posto incredibile e neanche carissimo: un trattamento per le mani con sale e oli essenziali costa 18 dollari, o un bagno nei petali freschi di rosa 23, considerando che la vostra vicina potrebbe essere Sara Jessica Parker, nota frequentatrice del centro.


Personalmente preferisco il Beauty Bar che dalle diciotto in poi offre per soli 10 euro Manicure+Martini, quindi chiacchiere, musica, cocktail e bellezza.


Avete già scelto il vostro colore preferito? A me piace el Dulce de leche, il dolce di latte.

26 August, 2010

畳。Profumo di tatami, profumo di casa (reloaded).


Ci sono certi profumi che, durante la nostra vita, ci accompagnano silenziosi. Ci accorgiamo di essi soltanto quando ci mancano, oppure quando li avvertiamo in contesti completamente estranei al quotidiano.
Basta pensare al profumo del caffè, che difficilmente manca in casa di un italiano.

Per quanto mi riguarda, uno dei primi profumi ad avermi accolta in Giappone è stato quello del tatami.
Nelle moderne abitazioni giapponesi le stanze in tatami (la tradizionale stuoia di paglia di riso che riveste il pavimento) stanno man mano scomparendo, sia per l'elevato costo di manutenzione che per l'incomparabile praticità nel tenere pulita una stanza in stile occidentale.
In Giappone il tatami è correntemente usato come unità di misura; generalmente si tratta di un rettangolo 180x90 cm, le cui dimensioni e forme possono essere variabili.
Nelle vetrine delle agenzie immobiliari, per esempio, sono affissi annunci di case in affitto completi di dimensioni in tatami e viene sicuramente specificata la presenza di una stanza in stile tradizionale.

Diversi tipi di impagliatura del tatami, fonte Oshima Tatami

Delle scarpe vi sarete già liberati all'ingresso di casa, perciò quando vi recherete in Giappone non mancate di provare la piacevole sensazione di camminare a piedi nudi sul tatami.
Fresco in estate e caldo in inverno, un pavimento in tatami è un lusso al quale molti giapponesi non vogliono rinunciare. Come dar loro torto?

09 August, 2010

Union Square: Around a world


La mattinata inizia con un giro al Whole Foods Market, per scovare una merendina inedita. Scelgo, infatti, pere, cannella e farina di kamut. Ci abbino un succo ai frutti di bosco senza zucchero e mi accomodo su una panchina. Oggi il cielo è terso e ho voglia di aperto.


Osservo le persone avanzare da una bancarella all’altra del mercatino che oggi anima questa zona. Molti prodotti venduti (tutti di stagione) sono fatti in questa miracolosa città. Miracolosa perché qui, sopra un grattacielo, c’è un signore che è riuscito a produrre vino (esiste anche un vecchio post su questo blog sull'argomento). Una ragazza acquista il miele della Big Apple…


Dopo questo vouyeristico relax, sento il bisogno di onorare lo sport che in questa città resta comunque il più praticato: lo shopping. Prima però entro a vedere le divise di basket e i nuovi arrivi da Paragon, il negozio di sport (quello vero) più fornito di Manhattan.


Bene, e ora all'attacco. Dopo due scale mobili eccomi in mille metri quadri abitati solo e unicamente da scarpe. Un piano di scarpe firmate guess a da altre griffe degne di nota scontate del 75%. Soddisfatta dall’acquisto (un paio di Maxrzia e di Converse) vado a sfamare la mente da Barnes & Noble Booksellers, anzi ne approfitto e vado anche al terzo piano dove ci sono dei bagni pulitissimi.


Intanto, mi sono ricordata che da Petco vendono un giochino strepitoso: un fil di ferro con topino di pezza all’estremità che fa impazzire il mio gatto. Lo acquisto subito.
Uff, è quasi ora di pranzo, se non sbaglio ci deve essere un Zen Palate da queste parti, anzi no, mi sa che quello in questa via è stato chiuso… tipico di Ny.

Un altro ristorante di Zen Palate


Mentre passo davanti alle vetrate del W Hotel, uno degli alberghi più trendy, essential, modern chic del momento, vedo un attore italiano, Vaporidis credo si chiami, che beve un cafe. Beato lui.

W Hotel


Rientro al supermercato dove ho iniziato la camminata stamattina e mi godo i quadri astratti degli artisti di strada, alcuni sono davvero originali. Oggi ci sono anche dei ragazzi giapponesi bravissimi, su un palco attrezzato per esibirsi in acrobatiche sequenze di breakdance.



Certo bel coraggio che ho avuto a chiamarla camminata: in realtà, ho solo fatto il giro di Union Square, il cuore di Manhattan…


29 July, 2010

富士山に登る。Alla conquista del Fuji-san (reloaded)


Avete presente quel meraviglioso monte dalla cima innevata che faceva capolino nei cartoni animati giapponesi che vedevamo da bambini? Immancabile in ogni rappresentazione del Giappone, tanto amato da essere soggetto di ben 36 vedute artistiche del grande Maestro Hokusai. Ebbene, si tratta di un maestoso vulcano.

Ogni anno, dal 1° luglio al 31 agosto si apre ufficialmente la stagione per recarsi in visita alla montagna-santuario più alta del Giappone (3776 metri).
Pare che ogni anno siano in tantissimi a cimentarsi in questa estenuante impresa: secondo i dati del 2009, lo scorso anno è stato toccato il record, con più di 300000 visite e il classico picco nel weekend dell'Obon (festa che coincide con il nostro Ferragosto). vediamo cosa succede quest'anno.

Con una manciata di giorni di riposo a disposizione, anche la vostra Zen lo scorso anno ha colto l'occasione per scalare il maestoso kazan.

foto di Yuichiro Watanabe

Vestita a cipolla, scarpe da trekking e zaino stipato di acqua, caramelle e cioccolatini, mi sono cimentata in una delle arrampicate più famose del mondo.
La scalata al Fuji-san è scaglionata in 9 livelli, chiamati go-me. Ogni livello è provvisto di una fornita area di sosta, con bar, toilette e pronto soccorso; è inoltre possibile pernottare in spartane baite. Il quinto go-me è l'ultimo punto in cui si può arrivare con i bus e i servizi di collegamento con la valle, è perciò il più gettonato per iniziare la scalata.
Tempo stimato per l'ascesa: 9 ore. Il ritorno si compie in metà tempo ma la discesa è particolarmente ripida.


All'inizio l'impresa può sembrare facile. Infatti, nonostante il terreno sia sterrato, la salita non è particolarmente ripida e gli alberi regalano un po' di ombra.
Inoltre, i recenti lavori stradali hanno arricchito il percorso con gradoni facilmente praticabili anche dai bambini.
Dal sesto livello, però, la strada si fa improvvisamente ripida e scoscesa. L'aria è ancora ricca di ossigeno e con un po' di costanza si può arrivare al settimo livello, ma si è a meno di un quinto dell'estenuante percorso che porta in cima, e sono in molti gli scalatori che si arrendono al livello successivo.

Con il naso all'insù

Man mano che si sale in cima l'aria si fa sempre più rarefatta e le rocce vulcaniche prendono il posto della strada sterrata.
Piante e insetti si fanno sempre più rari, il cielo è offuscato da dense nubi.
Ci si ritroverà presto a scalare con mani e piedi; nelle zone più dure sono presenti catene e maniglioni piantati nella roccia a cui aggrapparsi.

Sul tetto del Giappone

Arrivati all'ottavo livello, il panorama si fa davvero surreale. Se si guarda in giù ci si spaventa per l'infinità della strada percorsa, ma il tratto più difficile deve ancora arrivare e la vetta non è ancora visibile. Potrebbe definirsi in qualche modo il punto di "non ritorno": la stanchezza rende un incubo anche la discesa, e con un po' di riposo i più orgogliosi potranno riprendere fiato per portare a termine l'arduo compito.

il torii del nono go-me

Gli ultimi 200 metri in altezza sono in assoluto i più duri, e richiederanno almeno un'ora per essere completati. Intorno a voi roccia nera, polvere e pochi scalatori superstiti che, come voi, hanno intenzione di oltrepassare quel meraviglioso torii bianco lassù in cima.


La visione dell'enorme cratere, imbiancato di neve e ghiaccio anche in piena estate, vi riappacificherà con il mondo. Ma niente è paragonabile all'alba che potrete ammirare soltanto il giorno dopo.

20 July, 2010

Taxi Driver


Sono circa tredicimila. Per questo, se alzate un braccio, è quasi matematico che nel giro di un minuto se ne fermi uno. Sto parlando dei famosissimi taxi di Manhattan, gli yellow cabs. Alcune raccomandazioni: a parte fare attenzione ai diritti di precedenza (assicuratevi di non rubare il taxi a qualcuno che aspettava da prima di voi), ricordate di essere molto precisi nel comunicare il vostro indirizzo: non basta dire la via, ma dovrete specificare la cross street (cioè la via più vicina al numero civico che vi interessa che incrocia la strada in cui siete diretti). Esempio: se dovete andare sulla Quinta al numero X, non serve dire Fifth Avenue numero X, sarebbe meglio “Quinta tra la quarantacinquesima e la quarantaseiesima”. Comunque, esiste un video per i turisti che spiega esattamente come prendere un taxi a Manhattan: How To Take a Cab in New York City.


La verità è che gli autisti dei taxi sono per la maggior parte pakistani, o provengono da posti lontanissimi, e nessuno capisce un tubo di inglese, quindi alla fine, anche questo meticoloso video lascia il tempo che trova.


Quello che invece trovo molto interessante, sono le numerosissime storie legate ai taxi di New York. A partire dai film: tutti abbiamo visto Taxi Driver con un indimenticabile De Niro.
In meno abbiamo visto per fortuna la pellicola con Gisel (sì sì la fotomodella) in New York Taxi
una parte ricorderà l’episodio newyorkese del film Tassisti di Notte. Tutte storie taxi addicted.
Anche se il tassista che mi piacerebbe incontrare resta sempre lui, il mitico George del video Father Figure (1987).


Ma ce ne è una in particolare, che mi ha divertito particolarmente ed è quella di Melissa Plaut. Qualche anno fa, Melissa, una laureata trentunenne americana, era impiegata come copywriter presso un’agenzia famosa di Manhattan, ma evidentemente, l’ambiente pubblicitario non le dava più stimoli, così, lasciò tutto e iniziò a fare la tassista a New York, annotando, fotografando, e trascrivendo tutto ciò che incontrava in questa sua nuova vita vista da un sedile di un’auto sul suo blog NEW YORK HACK.


Il suo sito divenne seguitissimo da tutta Manhattan (pare che uno degli scioperi più rispettati sia stato annunciato proprio con un suo post) e alla fine Melissa ha raccolto tutto in un libro, vendutissimo in America, intitolato How I Stopped Worrying About What to Do With My Life and Started Driving a Yellow Cab (come ho smesso di preoccuprami di cosa fare della mia vita e ho cominciato a guidare un taxi) e ora fa la scrittrice. Repubblica scrive riguardo alle storie contenute nel libro:

Dalla donna sulla trentina "decisamente molto incinta" che passa il tempo a cambiare idea su dove vuole essere portata mentre sta al telefono e, una volta messo giù, si scusa: "Mi dispiace ma mio marito continuava ad urlarmi ordini per telefono". Alla bionda affascinante sulla ventina che continua a chiacchierare al cellulare con qualcuno che sta da Burberry's e racconta di una litigata del suo amico Aaron con Jordan, ma proprio sul più bello scende: "E tristemente, non saprò mai come è andata a finire, maledizione", dice Melissa (intervistata dalla CNN).


Ma passiamo a un altro miniracconto divertente, che leggo su Newyorkesi di Tiziana Nenezic, libro che consiglio spassionatamente a chi vuole conoscere il New York’s way of life più autentico:

“tra i miei episodi newyorkesi preferiti mi sento in dovere di includere quello che ha come protagonista il disco-taxi, un yellow cab che si aggirava per il Village fino a non molto tempo fa con tanto di palla strobosopica, misica anni Settanta e una cornucopia di cioccolata, leccalecca e caramelle che andavano dai classici Mars ai Chupa-Chupa al mou. Che figata! Il tutto, musica, dolciumi e verve del tassista, totalmente gratis…"

Certo, più ripenso a Melissa e più mi dico che anche io faccio la copywriter e ho la patente. Mi mancherebbe solo il coraggio di viaggiare di notte con dei perfetti sconosciuti...

06 July, 2010

煎餅。Senbei, i crackers delle meraviglie (reloaded).


Chiunque si avvicina alla cultura giapponese rimane subito affascinato dalla cura con cui qualsiasi oggetto viene realizzato, sia nella forma che nei colori.
In ambito culinario, chissà perché, si pensa in genere che le cose troppo belle non possano avere un buon sapore, invece... che sorpresa quando assaggiai per la prima volta i senbei, i tradizionali crackers di riso giapponesi.

Più o meno tutti i giapponesi bevono regolarmente tè verde giapponese, generalmente accompagnato da piccoli dolcetti dalle forme graziose e delicate, che stemperano il gusto a volte troppo amaro di questa preziosa bevanda; ma in Giappone si usa anche abbinare minuscoli snack salati durante la degustazione del tè (o della... birra).

I senbei si dividono in diverse tipologie per forma, colore e gusto (esistono anche 15 tipi di senbei dolci); tra quelli salati sono degni di nota gli arare, tipici dello Hinamatsuri (la festa delle bambine, celebrata ogni anno il 3 marzo) ma consumati durante tutto l'anno, e non troppo difficili da reperire nei nostri japanese & korean market.

Tra i kyo-arare ci sono i bellissimi hana-yose. Croccanti corolle con polvere di aonori, ma anche i dolci zarame, con zucchero cristallizzato. Oppure bocconcini avvolti in sottili foglie di alga nori, o piccole foglie delicatamente aromatizzate all'alga konbu...


E ancora fragranti salatini al goma (sesamo), oppure al kuromame (fagioli neri), di cui sono veramente addicted.


Per non parlare dei deliziosi e croccanti crackers a forma di sakura, al gusto di ebi (gamberetto).
Vi avviso, però. Dopo il primo crackers, difficile fermarsi...

26 June, 2010

Dear CBGB (Country Blue Grass Blues)

Se il sindaco di New York volesse chiamare una street di Manhattan con il mio nome, sicuramente mi piacerebbe che fosse scelta Delancey Street, dove sono state girate alcune scene di C’era una volta in America. Ma io non sono Bono Vox. Infatti, in occasione del nuovo disco degli U2, un tratto della 53sima si chiamerà temporaneamente U2 Way.


Un bel segnale per la musica, dopo la pesante chiusura - per debiti - del mitico CBGB (si pronuncia sibigibi) nel 2006. Questo locale, nato negli anni Settanta, oltre a essere la patria del Punk americano e mondiale (ad esempio: Ramones, Television, Patti Smith, Blondie, Police) ha davvero visto esibirsi i gruppi e i cantanti che hanno scritto la storia della musica rock/pop. Impossibile davvero nominarli tutti (nel 1993, ci suonò anche Jeff Buckley. Controllate qui se anche il vostro gruppo preferito ci ha suonato).

Bagno del CBGB, foto presa dal sito ufficiale.

Il suo fondatore, Hilly Kristal, aveva intenzione di trasportare tutti i pezzi del locale a Las Vegas per ricostruire un nuovo CBGB. "Ho preso tutto, i bar, il palco, i cessi dove Joey Ramone ha fatto la pipì insieme a me. Ho preso tutto ciò che ha fatto di questo posto il CBGB". Purtroppo, Hilly ci ha lasciati nel 2007.

Hilly Kristal

Così, il tempio della musica di Manhattan ospita oggi un negozio di vestiti, dello stilista John Varvatos, che ha tentato di lasciare il più possibile inalterato il luogo. La sua immagine continua a essere collegata alla musica, infatti, i testimonial della sua ultima campagna pubblicitaria sono i Franz Ferdinand.

la campagna pubblicitaria di Varvatos

Esiste però una cosa che ancora si può fare se vi siete persi il CBGB vero. Un giro virtuale che vi trasmetterà comunque una piccola emozione. Cliccate qui e fate visita alle stanze con la più alta concentrazione di energia musicale al mondo. Da non perdere, la dressing room e il bagno degli uomini.

Homepage del sito del CBGB

Per i veri nostalgici, è uscito il libro “Decades of Graffiti” (pubblicato da Mark Batty Publisher, autore John Putnam).

Alcune pagine del libro.

Addio Sibi, e grazie.
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