26 August, 2010

畳。Profumo di tatami, profumo di casa (reloaded).


Ci sono certi profumi che, durante la nostra vita, ci accompagnano silenziosi. Ci accorgiamo di essi soltanto quando ci mancano, oppure quando li avvertiamo in contesti completamente estranei al quotidiano.
Basta pensare al profumo del caffè, che difficilmente manca in casa di un italiano.

Per quanto mi riguarda, uno dei primi profumi ad avermi accolta in Giappone è stato quello del tatami.
Nelle moderne abitazioni giapponesi le stanze in tatami (la tradizionale stuoia di paglia di riso che riveste il pavimento) stanno man mano scomparendo, sia per l'elevato costo di manutenzione che per l'incomparabile praticità nel tenere pulita una stanza in stile occidentale.
In Giappone il tatami è correntemente usato come unità di misura; generalmente si tratta di un rettangolo 180x90 cm, le cui dimensioni e forme possono essere variabili.
Nelle vetrine delle agenzie immobiliari, per esempio, sono affissi annunci di case in affitto completi di dimensioni in tatami e viene sicuramente specificata la presenza di una stanza in stile tradizionale.

Diversi tipi di impagliatura del tatami, fonte Oshima Tatami

Delle scarpe vi sarete già liberati all'ingresso di casa, perciò quando vi recherete in Giappone non mancate di provare la piacevole sensazione di camminare a piedi nudi sul tatami.
Fresco in estate e caldo in inverno, un pavimento in tatami è un lusso al quale molti giapponesi non vogliono rinunciare. Come dar loro torto?

09 August, 2010

Union Square: Around a world


La mattinata inizia con un giro al Whole Foods Market, per scovare una merendina inedita. Scelgo, infatti, pere, cannella e farina di kamut. Ci abbino un succo ai frutti di bosco senza zucchero e mi accomodo su una panchina. Oggi il cielo è terso e ho voglia di aperto.


Osservo le persone avanzare da una bancarella all’altra del mercatino che oggi anima questa zona. Molti prodotti venduti (tutti di stagione) sono fatti in questa miracolosa città. Miracolosa perché qui, sopra un grattacielo, c’è un signore che è riuscito a produrre vino (esiste anche un vecchio post su questo blog sull'argomento). Una ragazza acquista il miele della Big Apple…


Dopo questo vouyeristico relax, sento il bisogno di onorare lo sport che in questa città resta comunque il più praticato: lo shopping. Prima però entro a vedere le divise di basket e i nuovi arrivi da Paragon, il negozio di sport (quello vero) più fornito di Manhattan.


Bene, e ora all'attacco. Dopo due scale mobili eccomi in mille metri quadri abitati solo e unicamente da scarpe. Un piano di scarpe firmate guess a da altre griffe degne di nota scontate del 75%. Soddisfatta dall’acquisto (un paio di Maxrzia e di Converse) vado a sfamare la mente da Barnes & Noble Booksellers, anzi ne approfitto e vado anche al terzo piano dove ci sono dei bagni pulitissimi.


Intanto, mi sono ricordata che da Petco vendono un giochino strepitoso: un fil di ferro con topino di pezza all’estremità che fa impazzire il mio gatto. Lo acquisto subito.
Uff, è quasi ora di pranzo, se non sbaglio ci deve essere un Zen Palate da queste parti, anzi no, mi sa che quello in questa via è stato chiuso… tipico di Ny.

Un altro ristorante di Zen Palate


Mentre passo davanti alle vetrate del W Hotel, uno degli alberghi più trendy, essential, modern chic del momento, vedo un attore italiano, Vaporidis credo si chiami, che beve un cafe. Beato lui.

W Hotel


Rientro al supermercato dove ho iniziato la camminata stamattina e mi godo i quadri astratti degli artisti di strada, alcuni sono davvero originali. Oggi ci sono anche dei ragazzi giapponesi bravissimi, su un palco attrezzato per esibirsi in acrobatiche sequenze di breakdance.



Certo bel coraggio che ho avuto a chiamarla camminata: in realtà, ho solo fatto il giro di Union Square, il cuore di Manhattan…


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