27 October, 2009

ORLO: il guru del taglio

Un edificio al Meatpacking D.

Il Meatpacking District continua a essere il quartiere di quelle che io chiamo "le chicche neworchesi" del momento. Ricordate l'acconciatura di Gwyneth Paltrow agli oscar? O il taglio di Madonna sulla copertina di Ray of light? La mano che per 10 dollari al minuto realizza i tagli più trendy di New York è sempre la stessa: quella di Orlando Pita.

immagine presa da google search

Il suo salone si trova in pieno Meatpacking District, al numero 34 di Gansevoort Street. Per circa 850 dollari chiunque (su appuntamento) può entrare in questo tempio della capigliatura per un taglio. Nel prezzo è però compreso anche un massaggio alla testa di 15 minuti.

foto da www.style.com

Orlando vive a Tribeca e da anni collabora con i più alti nomi della moda, da Gucci a Dior, da Prada a Narciso Rodriguez. È un grande amante di New York "la città che non dorme mai è il centro del mio lavoro, della mia famiglia e della mia aspirazione. Un luogo per osservare le persone".

immagine da http://nymag.com

Sul numero di Traveller uscito in Spagna questo mese, c'è una bella intervista al guru del taglio, a cui si chiede quali siano i suoi posti favoriti di Manhattan. E visto che ho qui una copia della rivista, condivido con piacere: il Rick Owens Shop (questo me lo aspettavo),


da una sfilata di Rick Owens

il ristorante NOBU (sì ovvio, anche se un anno fa ci fu lo scandalo delle mance trattenute ai camerieri e del pesce non proprio a norma...) e visitare il High Park Line (al momento se non lo fai è inutile andare a NY).

foto di Barry Munger

Per dovere di cronaca, riporto anche la boutique di Sally Herschberger al 425 West della quattordicesima (è lei la forbice che rese celebre Meg Ryan per il taglio corto).

Sally, foto presa dal suo sito

Io provai a rifarmelo a Milano con tanto di pagina di giornale alla mano (una scena che mi ha fatto sempre ridere dal parrucchiere) e non venne neanche male. Pagai molto meno ma... nessun massaggio. E, soprattutto, nessuno Orlando.

18 October, 2009

御神籤。A pesca di fortuna.

foto by Jpellgen

Quest'anno riuscirò a sposarmi? Oppure a traslocare? E troverò un buon lavoro?
La risposta è nascosta in uno dei cento cassetti posizionati poco prima dell'entrata di molti Templi sia scintoisti che buddisti, dove è tradizione estrarre l'omikuji, soprattutto a Capodanno.

Si tratta di un'antica usanza di origine cinese che prevede l'estrazione di un lungo bastoncino di legno da una scatola metallica a forma di prisma esagonale. La cifra incisa nel bastoncino corrisponde a un preciso cassetto che, una volta aperto, svelerà la nostra sorte.


Foto by Sockazu

Dato il grande afflusso di turisti da tutto il mondo, nei Templi più visitati la predizione è accuratamente tradotta in inglese.
Le possibili divinazioni sono 12: grande fortuna (dai-kichi, 大吉), media fortuna (chū-kichi, 中吉), piccola fortuna (shō-kichi, 小吉), fortuna (kichi, 吉), mezza fortuna (han-kichi, 半吉), quasi fortuna (sue-kichi, 末吉), quasi piccola sfortuna (sue-shō-kichi, 末小吉), sfortuna (kyō, 凶), piccola sfortuna (shō-kyō, 小凶), mezza sfortuna (han-kyō, 半凶), quasi sfortuna (sue-kyō, 末凶), grande sfortuna (dai-kyō, 大凶).

Nella migliore delle ipotesi, estrarrete un biglietto contenente una buona predizione e lo conserverete con voi. In caso contrario, non demordete: basterà ripiegare il bigliettino e annodarlo negli appositi fili predisposti nei Templi, pregando che l'infausta predizione rimanga impigliata e possiate discostarvene.

12 October, 2009

Agli o zaffiri? Lasciatevi guidare...

Una prelibatezza de Le Bernardin

Anni fa lessi un libro meraviglioso che consiglio a tutti gli appassionati di alta cucina e di Manhattan: Aglio e Zaffiri, Vita segreta di una gastronoma mascherata, di Ruth Rachel, ex critico gastronomico del "New York Times". Per evitare facili favoritismi, Ruth si camuffava sempre prima di cenare in un ristorante. Il libro riporta le sue mascherate e i suoi relativi articoli. Purtroppo, la rivista Gourmet da lei diretta ha chiuso i battenti pochi giorni fa. Ma poco importa. Sono menzionati tutti i migliori ristoranti di Manhattan.

Intanto, la guida Michelin ha appena comunicato l’elenco dei ristoranti top di New York: primo il Daniel (3 stelle, di Daniel Boulud, le cappesante caramellate con teneri spinaci novelli mi sembrano un piatto interessante),

Daniel, foto presente sul sito

seguito da Le Bernardin (cucina francese a base di pesce, si trova vicino Time Square, il sito è spettacolare),

homepage di Le Bernardin

Jean Georges, con un menu in offerta per questo autunno a partire da 40 dollari e accanto a Central Park,

La sala del Jean Georges, da una foto del loro sito

il Masa (caruccio, sui 500 dollari a testa)... se volete andare oltre nella classifica ecco qui il link, preso paro paro dal Paperogiallo (l'imperdibile blog di Stefano Bonilli), da cui è partita l’idea di questo post (grazie per l'ispirazione).

Personalmente, aldilà delle preferenze personali, in casa dei newyorchesi ho sempre visto la Zagat. Secondo me è questa la prima guida gastronomica di New York. Il progetto è di Tim e Nina Zagat, che da trent’anni pubblicano la guida con i commenti dei clienti, delle persone comuni che si recano a cena fuori (a proposito, sulla nuova guida 2010 del Il Sole 24 di Davide Paolini che segue lo stesso principio, ci sono alcune recensioni su Roma di The City, mi auguro che possano essere utili anche a qualcuno di voi in visita nella Capitale).

Insomma, dalle stelle alle Zagat, a ognuno la sua guida. Se, invece, ve la cavate bene ai fornelli e preferite sperimentare nuovi orizzonti culinari direttamente nella vostra cucina, il consiglio è di fare un salto da Chef Restaurant Supply, dove - gatto a parte - troverete qualunque utensile per le vostre appetitose creazioni.

Interno del negozio

A cat in the kitchen's store

04 October, 2009

日本の野菜。Verdure con gli occhi a mandorla

Durante le mie recenti incursioni nella campagna giapponese mi sono imbattuta nelle primizie d'autunno che, sebbene vedano il riso nuovo come protagonista assoluto del raccolto, non sfigurano in quanto a varietà e ricchezza di gusto.

Zucche giganti, patate viola, patate dolci. Ogni ortaggio è protagonista per forma e consistenza, sapore e colore.

Chissà se avete mai sentito parlare dei famosi goya, simili a cetrioli bitorzoluti dal gusto amarognolo tipici della cucina di Okinawa. Ottimi frullati con latte e banane, per una colazione a tutta energia.

Queste particolari patate chiamate satoimo (conosciute nel mondo occidentale come colocasia), dal gusto leggermente dolce e vellutato, sono tra gli ingredienti base del tipico stufato di verdure chiamato nimono. Sono ottime anche solo lessate e accompagnate da un buon bicchierino di sake.

Dopo l'estate afosa e umida, in autunno il Giappone compie un breve risveglio prima di affrontare il lungo e sonnecchioso inverno. Nei giardini e nei parchi è un tripudio di colori, e presto gli aceri vireranno sui toni del rosso per dare luogo all'annuale spettacolo del momiji.

L'aria si è fatta finalmente fresca e il cielo è terso. Anche quest'anno, ha inizio la stagione più bella.

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