26 December, 2008

良いお年をお迎えください。Aspettando il Capodanno.


Quando Tokyo prenderà improvvisamente le sembianze di un ammasso di cemento e vetro, il suo bel cielo azzurro e limpido non basterà più per farvi alzare dal letto con il sorriso e il miglior ramen di Shibuya non scalderà più il vostro cuore beh, non preoccupatevi. Avete solo bisogno di andare in vacanza.

In Giappone il Natale è una pura e semplice festa commerciale, perciò - escludendo le mie 4 tradizionalissime mura - per godervi riposo e mangiate dovrete attendere il Capodanno.
C'è però l'occasione di farsi qualche giorno di fila approfittando del Tenno Tanjobi, il compleanno dell'Imperatore Akihito che, dal 1989, ricorre il 23 dicembre. E quest'anno è capitato di martedì, davvero niente male.

Se amate sciare, intorno a Tokyo ci sono diverse possibilità. Con soli 80 minuti di shinkansen potrete andare in giornata a Yuzawa, nella prefettura di Niigata. Oppure concedervi una notte a Nozawa, famosa per i suoi impianti all'avanguardia e le meravigliose stazioni termali.
Se invece vi limitate a sport meno impegnativi, per esempio lanciare palle di neve oppure passeggiare mangiando delizie come la sottoscritta, concentratevi solo sul relax e puntate a luoghi decisamente meno trafficati.


Munitevi di due giorni di riposo e un biglietto per Nagano, a solo un'ora e mezzo da Tokyo. La città è dominata dal meraviglioso complesso del Zenkō-ji, antico Tempio buddista famoso per le storiche battaglie del quindicesimo secolo. Potrete arrivare in cima in soli 10 minuti di bus e pranzare con un ottimo sansai teishoku, menu fisso a base di gustosissime verdure di montagna (the City apprezzerebbe moltissimo). La via per il Tempio è costeggiata da diversi deliziosi negozietti di cibi tipici e artigianato, ma il punto forte è la boutique del vino St. Cousair, che produce un merlot interessante.


Due giorni di neve, relax, cibo. Uno dei migliori modi per attendere il Capodanno.

22 December, 2008

The Green Apple


"Scopri un altro lato di NY"

Il celebre logo I NY fu creato da un’agenzia pubblicitaria (che vinse la gara) per promuovere il turismo in tutto lo stato. Ma Milon Glaser, il graphic designer che la inventò, non avrebbe mai immaginato che quella scritta sarebbe diventata per più di trent’anni lo slogan di una delle città più visitate del mondo. Solo quest’anno, infatti, accolto tra mille polemiche, è stato presentato il nuovo logo di New York: identico al vecchio ma con l’aggiunta di una farfalla e di uno scoiattolo (ospite fisso del Central Park). Questo spiega come mai le magliette bianche con la celebre scritta venivano vendute ultimamente a 99 cents… C’è chi dice che sia un richiamo alla natura dello stato, che non si riduce a una singola città. Personalmente, ci ho visto un richiamo all’ecologia, a cui Manhattan è sempre più interessata. Basta pensare alla vicenda dell’albero che ogni anno illumina vista e cuori dal 30 novembre al 6 gennaio: il mitico albero di Natale del Rockfeller Center.




La sua accensione è un vero e proprio evento, come il count-down di Time Square la notte del 31 dicembre. 30.000 lampadine per un fusto alto 22 metri, ma come scrive ecoblog:

Quest’anno l’albero è decorato con 30′000 lampadine a LED, che a parità di luminosità consumano 1/3 delle normali lampadine natalizie. In pratica, il consumo giornaliero di corrente elettrica dell’albero passa da 3510 KWh a 1297.

...Quando l’albero sarà di plastica avremo completato l’opera.
Comunque sia, lo spettacolo è assicurato. Chi ha passeggiato almeno una volta per Manhattan sotto le feste di Natale non potrà mai dimenticare le splendide luci e le lussuose decorazioni.



Sarà banale, ma rimane un momento per poter ancora sognare. E non è certo non ammetendolo che si combattono il consumismo sfrenato e la crisi. Oggi, in tempi di recessione, come tanti anni fa, magari in tempi meno duri, la neve che cade sulla Quinta consola, rincuora come i ragazzi che pattinano spensierati davanti alla statua di Prometeo.
O almeno, nel mio Natale c’è anche questo.

18 December, 2008

東京ブロガーズ。Da Gustavo a Nihonbashi: vino, prosciutto & blog.


Una grigia mattinata alla rincorsa di treni, un paio di onigiri al sapore di pioggia per sopravvivere un altro paio d'ore, un tacco rotto. Dopo una giornata del genere non potevo davvero chiedere di meglio.

Zen and the City presenta la prima cena tra Tokyo resident bloggers: 3 lingue, 45 etichette di vini e 4 indirizzi web. Chiacchiere informali tra amici non più virtuali, cibi semplici ma dal sapore autentico nella cornice dell'originalissimo - e sempre pienissimo - ristorante italiano Gustavo a Nihonbashi.


Riscaldati dall'atmosfera di questo splendido locale, assolutamente very italian style (tranne il servizio, eccellente), ci siamo sfidati all'assaggio di vini e pietanze semplici ma gustose.
Come il casatiello napoletano, rigorosamente home made, che ha conquistato presto il cuore della nostra Vivi-roma; le olive ascolane, perfettamente dorate e saporite, piatto preferito dalla solare Melinda Joe. Mortadella ai pistacchi, culatello, prosciutto San Daniele per l'esigentissimo Ivitirvs.

Niente pasta, pizza & mandolino, per intenderci.
Prosciutto e vino, una nuova e originale sfida per difendere la nostra cultura culinaria in Terra nipponica.

12 December, 2008

地鎮祭。La purificazione della terra.




Proprio mentre scrivo questo post, la terra sta tremando.
Forti scosse che fanno vibrare i vetri della casa e increspare il mio caldo ocha.

Ma state tranquilli, non si tratta del solito terremoto. Semplicemente, stanno demolendo la casa accanto a suon di ruspa e piccone. Si tratta di un avvenimento molto comune in una città come Tokyo, dove tutto è in continua trasformazione e, dopo poco tempo, diventa irrimediabilmente obsoleto.

Prima di operare qualsiasi modifica è però necessario chiedere il permesso allo Spirito della Terra. In Giappone, infatti, nella Natura risiedono numerosi Dei che vanno tenuti buoni, se non si vuole incappare in qualche brutto guaio.

È questa l'origine del Jichintai, letteralmente "cerimonia di purificazione della Terra". Prima di piantare un albero, costruire una casa o compiere semplici lavori di manutenzione stradale è necessario chiedere il permesso all Spirito residente. Nel Kansai e in altre zone del Giappone anche i luoghi sacri sono sottoposti a ricostruzione completa, come nel caso del Santuario di Ise, un complesso di Templi che viene smantellato e ricostruito completamente ogni 20 anni.



Generalmente si crea un piccolo altare con quattro rami di bambù e si prega affinché i lavori si compiano con successo e in sicurezza. Come potete vedere nel video in apertura, al momento della cerimonia si predispongono diverse offerte simboliche, tra cui sake, riso, acqua, sale, verdure ecc. sopra un tavolo chiamato kumotsu.

La foto sopra risale a un paio di anni fa.
Pare che lo Spirito sia stato molto benevolo, dato che al posto di quel fazzoletto di terra ci sono ben tre abitazioni, con tanto di ospite residente.

06 December, 2008

Il caso vuole, il destino pretende

Questo titolo non è casuale. Si tratta infatti di una frase a cui tengo molto, sentita da un mio carissimo amico giocatore, mi correggo, Giocatore. Lo stesso Dostoevskij avrebbe fatto carte false per poter sedersi al tavolo con lui. Se state già storcendo il naso perché il gioco d’azzardo non fa per voi e non capite cosa c’entri con New York avete due possibilità: passare la mano o provare a scoprire se l’accoppiata è vincente.


Apparentemente, chi ha in programma di attraversare l’Oceano per una vacanza in stile casinò, non pensa di certo a New York come prima destinazione. Eppure, proprio dall’altra parte del fiume Hudson si trova la seconda meta per il gioco d´azzardo negli Stati Uniti: Altlantic City.
Per andarci in auto, da Manhattan, ci vogliono circa tre ore. Ma credo esista anche un meno economico collegamento in elicottero. Così, a chi si reca a New York anche con l’intenzione di sbancare la roulette, basta attraversare la frontiera. L’importante per entrare in un casinò è avere 18 anni (unica eccezione i casinò Seneca dove l’età minima è 21 anni). Ad Atlantic City si trova anche il Trump Plaza, una briciolina dell’impero di Donald, un neworchese con qualche dollaro in tasca.E se non si volesse prendere l’autobus? I casinò dello Stato di New York offrono giochi come keno, slot, blackjack, poker a tre carte, baccarat e video poker. "Ogni video-poker, come ogni donna, ha il suo carattere”, scrive il mio amico Giocatore. Personalmente, preferisco la roulette e la sfida faccia a faccia con i numeri e i loro infiniti sberleffi.

Un Gambler mi racconta che a Manhattan ci sono sedi di scommesse più o meno underground e che la scena dello Stud Poker a New York City è piuttosto vibrante. Stud significa “inchiodato”, e il gioco non permette alcun bluff, e come leggo sulla Bibbia: ha comunque il suo fascino oscuro e dimesso, perché assomiglia alla vita quotidiana, alla monotona routine di ogni giorno. Giorni fatti di tris mancati, di scale a incastro che non legano, di coppie troppo alte per non andare a vedere ma troppo basse per essere pagate, di doppie coppie infedeli e di tante, troppe altre mani senza uno straccio di gioco, da passare e basta, aspettando la prossima…

Un consiglio ai giocatori novelli (tratto dal film Rounders): se ti siedi a un tavolo da poker e dopo 5 minuti non hai capito chi è il pollo, il pollo sei tu. Un consiglio ai giocatori esperti e ai lettori in cerca di un bel romanzo: I Giocatori di Nanni Delbecchi, Feltrinelli.

Leggendolo, capirete perché dopo aver compiuto trentasei anni (o trentasette, dipende dal personaggio in cui vi identificherete) siete fuori dal tavolo verde. Ma non preoccupatevi: basta cambiare le fiches per ricominciare a illudersi…


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