31 July, 2008

Addio banane.
















Il mondo sembra impazzito per una nuova marca di abbigliamento casual. Così, in pochissimo tempo, Abercrombie&Fitch ha reso gli istituzionali negozi di Banana Republic dei ritrovi per passatisti.
A Manhattan, una folla di teen-ager – e non solo – riempie ogni giorno il nuovo negozio sulla Fifth Avenue. All’entrata, si alternano dei bellissimi ragazzi in jeans (nel senso che indossano solo quelli) che ti salutano con sussurrati ”Are U doing…” e tu vorresti avere un decennio di meno, se sei nata prima degli anni Ottanta. Varcata la soglia, si viene avvolti da un profumo che sembra un po’ un Calvin Klein dei poveri, troppo persistente e agrumoso, che non si attenuerà in nessuno dei tre piani. Il livello della musica provoca un effetto simile a quello che scatenarono a Roma i decibel degli U2, quando durante il concerto la gente chiamava i pompieri pensando al terremoto. Però, in questo delirio plurisensoriale, la vista è pienamente appagata da commessi e commesse impeccabili, che nella penombra (sono illuminate solo le pareti con la merce esposta, per il resto buio assoluto) ti invitano ad avere un nice day.
I pochi pezzi della collezione Abercrombie&Fitch (davvero pochini) lì dentro sembrano racchiudere il senso della vita. Una t-shirt costa 29 dollari. Impossibile non comprarla. Ma ricordate: nel negozio è severamente vietato fare foto. A parte qualche eccezione…

(re-posted by Zen, ma dopo tocca a the City... ^^)

28 July, 2008

Tre mesi, trenta post, tremilatrecento clic.


Trenta post all'attivo e più di tremilatrecento visite in soli tre mesi di attività. Alla luce di questi davvero inaspettati risultati, qui su Zen and the City l'emozione è forte.

Mentre la scaramantica Zen si crogiola nella sua estasi aritmetica, in quanto il 3 è annoverato tra i suoi numeri fortunati, l'esperta enologa the City sceglie la bottiglia giusta da stappare. Perché un'occasione del genere merita un festeggiamento appropriato.

Durante il mese di agosto vi ripresenteremo alcuni dei post che hanno avuto più successo, soprattutto in termini di clic, per poi riprendere a settembre con le nostre nuove recensioni.
Zen sceglie le recensioni di the City e viceversa ^^
Come al solito a voi la parola, che ci seguite con preziosa costanza e ci fate felici attraverso i vostri sempre graditissimi commenti (a cui abbiamo dedicato uno spazio apposito in alto a destra^^).

Thank you very much and hope to see you again :-)
本当にありがとうございました。これからも、どうぞ宜しくお願いします☆

24 July, 2008

マンダリン・オリエンタル・東京。Mandarin Oriental Tokyo. Chi di ventaglio ferisce...


Qualche post fa the City ci ha consigliato un suggestivo aperitivo con vista su Central Park e i grattacieli che incorniciano Columbus Circus a New York, introducendo nel nostro blog la famosissima catena di hotel contraddistinta in tutto il mondo dall'elegante ventaglio. Ebbene, quale migliore occasione per parlarvi di un imperdibile dopocena al Mandarin Oriental Hotel della mia Tokyo?

La prima volta è stata circa due anni fa, dopo aver cenato a Nihonbashi in una locanda di zaru soba; con le mie amiche indigene mi sono recata al 38esimo piano del Mitsui Building. Tutto mi sembrava fatato e irreale, e da brava gaijin ho fotografato anche i vasi esposti davanti all'ingresso dell'ascensore... A ripensarci ora, non devo aver fatto proprio la figura di una habituée dello sfarzo.

Le luci tenui della sera e la musica leggera proveniente dal piano di sotto hanno reso ancora più magico il panorama mozzafiato che mi si è stagliato dalle vetrate della Oriental Lounge. Senza parole, ho provato a scattare una posa B con la mia Pentax appoggiata alla balaustra delle scale.


Inizialmente ci hanno fatte accomodare nel tavolo proprio in mezzo alla sala, dove abbiamo iniziato a gustare i nostri tre deliziosi cocktail. Ma siamo state poi gentilmente invitate a spostarci proprio accanto alla vetrata, dove abbiamo potuto ammirare un'incantevole visuale notturna del Palazzo Imperiale e dei quartieri Shinjuku e Ueno.


Sicuramente meno gettonato del famosissimo New York Bar al 53esimo piano del Park Hyatt di Shinjuku, salito alla ribalta dopo il grande successo del film di Sofia Coppola Lost in Translation, può essere tranquillamente definito "per pochi ma non per tutti".

L'Oriental Lounge nasce come sala da tè, servito alla maniera tradizionale cinese, e propone un fantastico buffet a soli 3.300 yen (attualmente intorno ai nostri 20 euro).
Nello stesso piano è presente il Tapas Molecular Bar, che però bisogna assolutamente prenotare dato che ha solo 14 posti a sedere. In questo futuristico angolo di cielo, dietro a un bancone sushi-style lo chef prepara tra i 20 e i 30 piatti di micro delicatezze per un'esperienza papillare di circa 2 ore. Il prezzo non è altrettanto micro (12.000 yen, circa 75 euro), ma credo che una volta ogni tanto si possa pure fare ;)

Dedicato ai maschietti che leggono il nostro blog: la chicca di questo posto la trovate qui

21 July, 2008

Ready Reading


Estate, tempo di lettura intensa, che sia sotto l’ombrellone o sotto una frasca.
Quante giornate ho perso dentro le accoglienti, enormi e stracolme librerie famose di Manhattan. Tutti ormai sanno che si può sfogliare gratis di tutto, sia accomodandosi al bar con un caffè che seduti su qualche comodo divano del negozio. Da Barnes&Nobles (quella a Union Square è la mia preferita) alle nuove librerie di Soho, un vero spasso per ogni lettore.


Per chi volesse leggere dei libri che trasudano di Manhattan, ecco qui una lista di perle. Credetemi, non rimarrete delusi (ovviamente non considero i romanzi, altrimenti la lista sarebbe infinita) e chi più ne ha più ne scriva (nei commenti a questo post):

New York night and day
Storie, voci e suoni della città che non dorme mai
Enzo Capua

Native's Guide to New York (4th Edition)

No sex in the city
(ne ho già parlato) di Mauro Suttora
Un divertente single nella big apple.


I segreti di New York
Corrado Augias Storie, luoghi e personaggi di una metropoli.

Vado a vivere a New York - new edition
Stefano Spadoni
Come vivere e prosperare nella Grande Mela.


I love shopping a New York
Continuano le tragicomiche avventure di Becky, inguaribile regina dello shopping.
Sophie Kinsella.

Cheap bastard guide
Ne ho già parlato qui.

Aglio e zaffiri
Ruth Reichl
A Ruth Reichl propongono di diventare il critico gastronomico del "New York Times". La sua missione sarà visitare e giudicare i ristoranti della sua città.

Le finestre di Manhattan
(occhio perché è fuori catalogo, provate con amazon)
Antonio Munoz Molina.

NYCITY
Non lo conosco ma sembra interessante.

Vi avverto però: la vostra voglia di andare o tornare a New York aumenterà pagina dopo pagina.

15 July, 2008

L'elisir di Victoria


"Ed ogni odore è un ricordo che torna a bruciapelo…”. Come cantava Claudio Baglioni, gli odori hanno un potere evocativo ineguagliabile. Per questo la scelta di un profumo è davvero la più personale che si possa immaginare.

Adoro i profumi di Calvin Klein, ma non sono mai riuscita a portarne uno. Nella mia vita ho portato (quasi) solo profumi italiani, ma mai dire mai.

All’inizio della scorsa primavera, camminavo senza meta dalle parti di Soho. L’arrivo di questa stagione si accompagna al risveglio di tutti i sensi, soprattutto di quello olfattivo: basta pensare ai fiori che sbocciano. Questo mio senso è sempre allenato dalla degustazione di qualche vino e quel pomeriggio dal cielo raggiante il mio fiuto mi portò davanti a Bond N°9.


Si tratta di un negozio che vende i celebri e strepitosi profumi creati da Laurice Rhame. Infinite fragranze, ciascuna ispirata a una zona di Manhattan, da Bleecker Street a Time Square, da Soho a Chinatown. Con 125 dollari avrei potuto impossessarmi di un’essenza della mia adorata città. Ma ahimé, nonostante la gentilezza della commessa non mi riconobbi in nessuna “street o square”.

Rassegnata, ripresi la mia camminata, dimenticandomi presto del mancato acquisto. Fino ad arrivare davanti a un tempio sacro dello shopping americano, Victoria's Secret.
Qui si trova la celebre lingerie, con tutti i suoi frù frù, pizzetti rosa, rasi variopinti, saponi trasparenti, giarrettiere confetto… Ma la grande arma vincente dei negozi VS è quella di riuscire a farti sentire un po' modella ventenne, indipendentemente dalla data di nascita.


Il mio occhio fu colpito da un tavolino pieno di bottiglie rosse. Sono bastate due spruzzate per innamorarmi del nuovo parfum VERY SEXY. "È il profumo delle fotomodelle, è appena riarrivato, va via come il pane…” mi dice la commessa. Ed io, non me lo faccio ripetere due volte.

“Il mio profumo preferito è il primo profumo di primavera a New York”, disse Andy Warhol. Soprattutto se è di VS, aggiungerei io.

12 July, 2008

アルマーニや伊東屋。Shopping a Ginza.


Passeggiare per la centralissima Ginza è un appuntamento immancabile per chi si reca a Tokyo. Con la pioggia o con il sole, la bellezza delle strade ti sorprende con luci e vetrine sfarzose, e quell'aria chic che ti avvolge mentre fai tintinnare i tuoi tacchetti sui marciapiedi lastricati.
Confesso che si tratta di uno dei pochi posti dove posso mostrare fiera il mio volto da gaijin, che ben s'intona con i classici e intramontabili store occidentali quali Bvlgari, Burberry's, Apple Store, Furla, solo per citarne alcuni; e senza dimenticare la nuovissima Armani Ginza Tower, meravigliosa creatura degli architetti Massimiliano e Doriana Fuksas.
"A differenza degli altri progetti in cui il committente si incontra raramente, Giorgio Armani è molto presente, sempre pronto a intervenire ad ogni minima variazione di concetto. La sua curiosità e collaborazione durante il processo creativo lo rendono un committente ideale."

Se escludiamo Giorgio, da brava amante del Made in Japan non passo troppo tempo con il naso schiacciato sulle vetrine nostrane. E tra i miei negozi cult ce n'è uno in cui regolarmente mi reco in visita per fare incetta di carta giapponese e deliziosi oggettini di utilizzo quotidiano.
Si tratta di Ito-ya, un brand conosciutissimo tra i grafomani e gli amanti dei prodotti di cancelleria in generale.


Ito-ya è uno dei miei posti preferiti nelle tappe del Christmas shopping, ma non solo.
In accordo con le stagioni e le festività, nel ground floor potrete trovare le ultimissime novità: un vero tripudio di originalissime greeting's card, singolari oggettini di deliziosa fattura e utilissime idee dell'ultimo minuto per i vostri miyage.
Dopo aver ceduto alla tentazione di entrare, vi accorgerete che sopra di voi ci sono altri 8 piani di scelta illimitata, divisi per aree tematiche.
Tra i miei preferiti, il 6° piano "My favorite Japan".


E il 7° piano "Art & Color", dove ogni tanto si trovano bellissimi pennelli per la pittura sumi a prezzo speciale. Ma di questa meravigliosa arte vi parlerò più avanti in un post dedicato...

09 July, 2008

Una dolce (e conveniente) altalena.


Secondo me chi ama New York ama anche allontanarsene. Proprio per riprovare la gioia del ritorno. Una sorta di masochismo ispirato al Romanticismo più radicale.
Se volete tornare anche voi a New York, ma al momento non avete sufficiente pecunia, la soluzione si chiama Cheap bastard guide.

In questa guida (immancabile in casa dei newyorchesi doc) troverete tutte le dritte per poter bere, mangiare, ballare, divertirvi (se non ricordo male, anche dormire) senza tirare fuori un penny. Vi avverto però, nella maggior parte dei casi serve una bella faccia di bronzo. In altri, per fortuna, basta godersi la preziosa segnalazione.


Qualche mese fa, grazie a una dritta della CBG sono scesa dalla metro che finisce a South Ferry (metro rossa che porta fino alla punta di Manhattan) e mi sono imbarcata gratis per Staten Island.
La traversata è molto piacevole. Si vede la "fine" della City, si passa vicino alla Statua della Libertà (che non mi è mai interessata più di tanto, devo dire) e a Ellis Island (l’isola dove sbarcavano gli immigrati e dove venivano ispezionati prima di poter ottenere il lascia passare per gli Stati Uniti, come in Il nuovo mondo di Crialese, per capirci).

A bordo i passeggeri si dividono in: abitanti di Staten Island e possessori della Cheap Bastard Guide (o di turisti ben informati). La corsa dura circa trenta minuti. Appena scendete, potete risalire subito e godervi la punta di Manhattan che si riavvicina. E vedrete il buco: quello delle Torri Gemelle, oggi sovrastato da un massiccio work in progress.


Nel frattempo, forse anche voi avrete apprezzato questa dolce altalena che allontana e avvicina Manhattan. Se così fosse, al tramonto, il mio consiglio (tranquilli, è gratis lo stesso) è di incamminarvi per il ponte di Brooklyn. La vista alle vostre spalle è mozzafiato. La passeggiata lunghetta (tornate poi con il taxi).

Leaving New York, never easy cantano i R.E.M. Ma I'm here again canta Thelma Houston.

05 July, 2008

茶心。Chashin: il cuore del tè, per viaggiatori esigenti.


Secondo una ricerca condotta su un unico soggetto (la vostra Kazu) di età indefinita (eheh), è risultato che nonostante il sostanzioso numero di voli effettuati dall'intervistata, un particolare stato di tensione accompagna regolarmente il 100% dei suoi spostamenti. Della serie: mi trovo spesso in aeroporto in abbondante anticipo rispetto agli orari prestabiliti (a meno che non sbagli giorno oppure aeroporto, ma questa è un'altra storia... hem).

Da sempre terrorizzata dal giri giri (termine giapponese che indica le cose fatte "a pelo"), me la prendo comoda e mi concedo lunghe passaggiate per i negozi dei Terminal internazionali, ficcando il naso tra quegli scaffali patinati e illuminati a giorno, dove c'è sempre un profumo misto di prodotti tipici e acque di colonia e qualche signorina gentile che vuole aiutarti. Questo vagare senza meta, inoltre, mi aiuta a scaricare la tensione prima della partenza e, allo stesso tempo, ad appagare la mia incontenibile curiosità sulle ultime tendenze.

Mi son così ritrovata spesso a sbirciare tra cestini di profumati formaggi misti e lussuose confezioni di Champagne; oppure tra colorate scatoline di drugs dai promettenti effetti benefici; ma anche tra creazioni di importanti terracotte e leggerissimi vetri. Spesso trovando ispirazione per i miei miyage (souvenir) dell'ultimo momento. E in Giappone il souvenir è una vera istituzione, un oggetto che si colloca a metà tra l'obbligo e la nostalgia.



Nel Terminal 1 dell'Aeroporto Internazionale Narita di Tokyo, è stato creato uno spazio ad hoc per chi, come me, ama combinare dovere e piacere. Si tratta di un modernissimo concept store, chiamato Chashin (letteralmente "il cuore del tè"), dove è possibile sorseggiare diversi tipi di tè giapponese nell'Engawa Lounge e, allo stesso tempo, scegliere tra un piacevole assortimento di prodotti esclusivamente Made in Japan, selezionati in base agli alti standard qualitativi del MIJP (Made in Japan Project).
Una delle particolarità dello store è quello di proporre all'avventore oggetti tipici che racchiudono tradizione e qualità, rasentando la mania nella cura del particolare. Così ogni acquisto verrà impacchettato ad arte tramite le originali e soprattutto uniche tecniche nipponiche, utilizzando solo carta tradizionale noshigami.
Inoltre, c'è una bella novità per i possessori della Flying Blue Card. Presentandola, si ha diritto a un drink presso il Chasin's Cafè.

02 July, 2008

A very happy hour.


A me l’aperitivo non ha mai fatto impazzire come concetto. Non è cena, non è merenda, si mangiano un sacco di schifezze… però l’ora in cui di solito si consuma è quella del crepuscolo. Nella poesia, coincide con l’ora dei fantasmi e delle apparizioni. Ecco allora che l’apparizione di qualcosa di fantastico può ridare senso a questa pratica che, da romana, poco riesco ad apprezzare.

Se siete a Manhattan, uno dei luoghi più indicati ad accompagnare il vostro aperitivo con una visione spettacolare è il trentacinquesimo piano del lussuoso Hotel Mandarin Oriental. La dritta me l’ha data Mauro Suttora, un giornalista che ha avuto la fortuna di vivere a Manhattan per lavoro. Si tratta di un aperitivo con vista “Altrimenti, a che servono tutti i suoi grattacieli?”. Chissà quante adorabili prede ha sedotto con questa chicca (Mauro è autore del divertente e autobiografico libro No Sex in the City). Dunque: la meta è il bar dell’albergo Mandarin Oriental, per raggiungerla dovete entrare dalla sessantesima. Dite pure agli usceri “Mobar” per poter entrare senza problemi. A questo punto, basta prendere l’ascensore e prepararsi a un foyer con cigni in cristallo illuminati.


Le cinque stelle di questo hotel (guardatevi il sito perché le stanze sono spettacolari) si concentreranno tutte nel vostro Mojito allo zenzero… Consiglio anche di accompagnare il cocktail con il fish&chips dello chef (leggero e squisito). Ma avete capito qual è la cosa più bella? Durante il vostro aperitivo apparirà davanti a voi tutta Central Park. A volte 30 dollari (compreso il f&c) possono fare miracoli. La foto che vedete qui sopra mostra solo la prima parte del panorama (Columbus Circus). L’altra spero che la vediate dal vivo.

Ora rilassatevi, abbandonatevi al giorno che va a riposarsi. E come diceva Gozzano (il più famoso dei crepuscolari): M’apparisti così come in un cantico del Prati… ed io fui l’uomo d’altri tempi, un buono sentimentale giovine romantico…

Brano consigliato: More then ever people se siete in due, Feeling good cantata dai Muse se siete da soli.

01 July, 2008

お守り。La fortuna in tasca.


Non poggio mai il cappello sul letto e, se regalo un portafogli, ci infilo sempre una monetina. Se ricevo in regalo qualcosa di appuntito pago prontamente pegno; e non auguro mai a nessuno buona fortuna.
"Se qualcuno ti spazza i piedi, non ti sposerai mai". Così da bambina mi tenevo ben lontana dalle scope. E guai a restituire un contenitore vuoto.

Ora qualcuno di voi penserà che sono superstiziosa... :)

In Giappone esiste una sconvolgente quantità di mamori, piccoli amuleti che si dice siano in grado di proteggerci nelle situazioni più disparate. Incidenti stradali, bocciature, malattie, povertà, sterilità; esiste un amuleto specifico per combattere qualsiasi tipo di avversità.
Questi deliziosi amuleti possono essere acquistati in qualsiasi Tempio. Infinite le forme e i materiali; stessa cosa riguardo ai colori. Tendenzialmente il rosso e il bianco, i colori nuziali in Giappone, la fanno da padroni quando si tratta di problemi di cuore. L'oro è quasi sempre presente, sia nei ricami che sotto forma di deliziosi campanellini. La forma è spesso quella di un sacchetto imbottito, contenente una preghierina personalizzata dal Tempio presso il quale si è acquistato (ma è vietato aprirlo, pena l'annullamento della sua efficacia). Il cordoncino di chiusura richiama un motivo specifico ed è spesso intrecciato con fili diversi. Nella foto in apertura vi mostro quello che custodisco nel taschino del mio portafogli, ricevuto in dono dalla mia migliore amica. Un musubi (nodo) semplicissimo, i cui fili andrebbero cuciti nei vestiti. Qui sotto invece il grappolo di mamori che adorna la mia porta di casa...



Per un giapponese non è difficile trasformare un oggetto qualsiasi in un portafortuna, anche se si tratta di un prodotto da consumare. Non dimenticherò mai la faccia della mia amica Vivi-chan quando la costrinsi ad aprire la scatola di cioccolatini Lindt che le regalai per Pasqua. Con nochalance afferrai un ombrellino-carota e cominciai a rosicchiarlo felice. Credo di non averle mai dato dispiacere più grande :)
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