29 May, 2009

Fermata obbligatoria

Come dimenticare la scena della carrozzina ne Gli Intoccabili (di Brian De Palma), un capolavoro di regia, dove Kevin Costner si districa tra la presa di una carrozzina e una sparatoria a suon di mitra? La location è la stessa che compare in tanti altri film famosi, come Intrigo Internazionale, Cotton Club, La Leggenda del re pescatore e in Carito’s Way:

stiamo parlando dello stupendo Gran Central Terminal.


L'edificio venne costruito nel primi del Novecento ed è incredibile vedere come, improvvisamente, la linea retta degli edifici di questa zona, venga interrotta dal suo stile rinascimentale. L’orologio che sovrasta l'entrata merita almeno due o tre foto, durante un vostro eventuale viaggio.


Ed ora entrate.

Scale, lampadari, un soffitto altissimo. In alto, è raffigurata la nostra galassia.
Basta guardare il tabellone delle partenze per avere l’impressione di essere davvero tornati indietro nel tempo, o quantomeno in una Manhattan insospettabilmente europea.


All’interno della stazione ci sono anche dei negozi e diversi ristoranti. Ma l’unico davvero imperdibile per gli appassionati di pesce crudo e di ostriche è l’Oyster Bar (vi consiglio intanto di gustarvi l'intro del loro sito).

Pranzare qui il sabato (prenotate ovviamente) è davvero piacevole. Altro che partenze io da qui non me ne andrei più.


24 May, 2009

流し素麺。Delizie d'estate: a pesca di somen.


Non fatevi ingannare dal titolo. Nessun pesce dalla faccia buffa, con lunghi baffi e coda colorata.
Piuttosto immaginate di trovarvi all'aperto, probabilmente circondati dal verde di un giardino modesto ma curato. Intorno a voi amici che ridono e bimbi che si rincorrono.

Nagashi somen è una delle usanze più divertenti del periodo estivo. Il "gioco" consiste nel pescare letteralmente con le bacchette i somen, sottili spaghetti di farina bianca, che verranno fatti scivolare (nagashi significa "che scorre") da una cascata tutta particolare: tagliando a metà in lunghezza il tronco di un bambù e unendo le due parti ricavate tra loro, si costruisce uno scivolo all'interno del quale scorrerà acqua corrente.



Dall'estremita più alta si versano man mano ciuffi di somen precedentemente lessati, che gli ospiti cercheranno di pescare con le bacchette per poi intingerli nella loro fresca salsa tsuyu e ghiaccio (generalmente un brodo freddo di dashi, zenzero grattuggiato e myoga, una specie di cipollotto giapponese). Tutti i somen non raccolti finiscono in un colino in fondo allo scivolo. È lì che si riuniranno i bimbi più furbi :)

I somen preferiti di Zen www.ibonoito.or.jp

Questo è uno dei tanti escamotage tutto giapponese per sfuggire alla canicola estiva, che si concentra nei mesi di luglio e agosto.
A proposito, chi glielo dice ai miei ospiti in arrivo a Roma che qui abbiamo già 32 gradi? Corro a costruire lo scivolo di bambù in terrazza...

12 May, 2009

音楽。Musica dagli occhi a mandorla.

Pizzicato Five, We love you 2006

Il loro vero nome si scrive in kanji, ma nel loro sangue scorrono bossanova e puro jazz.
Più famosi in occidente che in terra natìa, questi eclettici musicisti si distinguono per creatività e originalità, conquistando territori lontani e piazzando hit indimenticabili.

Come la bravissima Hiromi Uehara, che molti fortunati hanno ascoltato il mese scorso al Blue Note di Milano. Hiromi entrò a far parte della prestigiosa Yamaha School of Music di Tokyo all'età di soli 7 anni, per poi diplomarsi nel 1999 al Berklee College of Music di Boston, dove conobbe il celebre pianista Ahmal Jamal. Ora è in giro per il mondo con il suo tour.

Hiromi's Sonicbloom in Japan

Chissà se qualcuno ricorda le mitiche Cibo Matto, brillante duetto nipponico che, prima di sciogliersi nel 2001, ci ha regalato favolosi pezzi di noise pop come Working for vacation e Sci-fi wasabi.

Stereo Type A, Cibo Matto

Oppure i famosi Pizzicato Five, uno dei gruppi più rappresentativi del pop anni '90.
"La continua estroversione musicale dei Pizzicato Five li ha portati negli anni ad attraversare moltissimi generi, caratteristica che rende la band una delle più cross-over del panorama musicale mondiale. La band si avvale di campionamenti da colonne sonore cinematografiche (in particolar modo della nouvelle vague francese e della dolce vita italiana), stacchi radiofonici, elementi di disco music e bossa nova, ritmiche funk e breakbeat con un'attitudine vicina a quella del punk. La miscela creata dai Pizzicato Five attraverso la fusione di diversi generi musicali è stato definita Shibuya kei ("kei" vuol dire "stile" in giapponese), dal nome del quartiere di Tokyo, Shibuya, da cui questo filone si è inizialmente sviluppato." Fonte Wikipedia.it
Per rinfrescarvi le orecchie, magari (ri)ascoltate Baby portable rock e It's a beautiful day.

08 May, 2009

Z&C People. L’amore ai tempi del globale; un viaggio con Tiziana Nenezic nell’International Love (Seconda parte)


Torniamo allora indietro di un anno, ai Newyorkesi (una bibbia per chi ama New York che, come ho già raccontato su questo blog, mi ha divertito tantissimo). Ti descrivi ironicamente una sopravvissuta al New York Zoo. Ma ora che vivi in una città credo opposta come stile di vita, qual è la cosa che ti manca di più di Manhattan (se c’è)?

Non posso dire gli amici perché praticamente li vedo più qui di quanto non li vedessi lì: i Newyorkesi adorano la nuova Miami e ci vengono appena riescono a scappare dall’inclemenza invernale della grande mela. Forse, paradossalmente, mi manca ciò da cui volevo prendermi una pausa quando ho deciso di lasciare l’isola di Manhattan per le dolci rive miamiane: il sentirmi costantemente busy, oberata, immersa in un oceano di umanità alle prese con lo stress quotidiano di una metropoli unica al mondo. Ovvero, come direbbe quella saggia donna di mia madre: la fai bianca e la vogliono nera, la fai nera e la vogliono bianca...


I tuoi due libri nascono da esperienze vissute in territorio americano, ma, nonostante la distanza e le oggettive diversità, trattano argomenti che conquistano e appassionano gli europei. Tu che vivi tutte e due le realtà, mi sapresti dire una grande differenza e una grande somiglianza di oggi tra italiani e americani?

Una delle maggiori differenze, che ho riscontrato proprio raccogliendo materiale per L’Amore Ai Tempi Del Globale, sta nell’atteggiamento che questi due popoli ostentano verso le novità in genere: gli americani accolgono novità (come l’online dating o l’online shopping, per esempio) con assoluto entusiasmo, mentre gli italiani lo fanno con abbondante diffidenza. Gli italiani tendono ad essere più nostalgici per le cose “di una volta”, soppiantate sempre di più e sempre più in fretta dalla nuova tecnologia, mentre gli americani attendono con trepidazione “the next big thing”. Chiaramente è perché le radici degli italiani sono ben affondate in un lungo passato inequivocabilmente definito, mentre gli americani condividono una storia ben più recente e un’identità in costante via di definizione, e pertanto lo sguardo non lo rivolgono verso un passato che non li accomuna, bensì verso un futuro che si profila quasi sempre migliore.
La più grande somiglianza invece sta nel fatto che entrambi i popoli appartengono alla razza umana.


Quale tuo libro o aneddoto dedicheresti a Zen and the City, un blog dove per metà sei veramente di casa:

“L'Amore Ai Tempi Del Globale”. Sicuramente! E come aneddoto vi dedico le “ribbende” del capitolo “Gli italoamericani” incluso in "Come Sopravvivere Ai Newyorkesi”, perché che sia Tokyo, New York, Miami o Roma comunicare in maniera efficace in questo mondo globalizzato è fondamentale. (So che chi non conosce il capitolo in questione si chiederà “e che sono ‘ste ribbende?”, ma la morale è: bisogna leggere il libro per scoprirlo).

Tiziana Nenezic: scrittrice italiana trapiantata a New York e poi a Miami. Collabora con diversi magazine americani e italiani con articoli di costume e attualità. Ospite fissa del nuovo Maurizio Costanzo Show e del programma radiofonico Capital In The World su Radio Capital. Cura il blog, Americanata. Con Cooper ha pubblicato Come Sopravvivere Ai Newyorkesi e L’Amore Ai Tempi Del Globale.

07 May, 2009

Z&C People. L’amore ai tempi del globale; un viaggio con Tiziana Nenezic nell’International Love


Sei in tutte le librerie in questi giorni (e su tantissimi teleschermi) con il tuo ultimo libro L’amore ai tempi del globale: come la realtà virtuale abbia cambiato il modo di conoscersi, di scegliersi e di fare l’amore. Cosa hai scoperto studiando in prima persona il nuovo trend dell’International Love?

Ho scoperto che oggi l’International Love va a 1000 all’ora. Oggi ci si approccia da un capo all’altro del mondo con la massima disinvoltura, grazie non soltanto al restringimento del pianeta, alla rete e alla tecnologia moderna massificata, ma anche a un generale aumento di sana curiosità verso il diverso-da-sé e a una diminuzione della classica paura dell’incognito che prima ci frenava di più. Inoltre, per esperienza diretta, essendo impelagata in affari internazionali di cuore da più di vent’anni, vedo l’International Love come una scintilla fondamentale per facilitare il processo di armonizzazione globale fra razze, culture, religioni e lingue diverse e in ultimo, come direbbe Miss America, il raggiungimento della tanto agognata world peace. È il segno dei tempi, tempi in cui Barack Obama è presidente degli Stati Uniti, le coppie miste in Italia esplodono con forza maggiore di anno in anno e i nostri figli vanno a scuola con bambini di tutte le razze e background culturali.


Il voler sapere tutto di una persona prima di frequentarla cela una grande necessità di sicurezza e, soprattutto, di non avere spiacevoli sorprese. Sto finendo il tuo libro in questi giorni, quindi non ti chiederò la tua opinione per paura di sapere in anticipo il finale, ma spiegami… cosa sono i fuck buddy, gli spit parties e l’amore Babel style?

Sono ulteriori segni dei tempi che corrono. “Chi di voi non ha mai avuto un fuck buddy scagli la prima Manolo Blahnik!” Direbbe forse Carrie Bradshaw, visto che persino lei, la single over 30 per eccellenza, in un episodio di Sex And The City aveva un fuck buddy di fiducia. Trattasi di un amico scopereccio col quale si fa esclusivamente sesso su appuntamento senza un minimo di relazione o amicizia.

[ah, un trombamico…]

Invece gli spit parties sono, a detta di qualcuno, l’ultimo grido (disperato?) di chi non sa più che inventarsi in fatto di entertainment. O forse sono soltanto la naturale evoluzione di questa dilagante mania di conoscere tutto dell’altro prima ancora di stringergli la mano. E così, quando il dettagliatissimo profilo personale di Facebook non ci basta più e vogliamo saperne ancora di più su una nuova preda, oggi ci possiamo affidare al Dna, per scoprire la compatibilità immunitaria con una data persona, se data persona ha tendenze a sviluppare calvizie, obesità, cancro alla prostata... Spiegato ciò, le “feste dello sputo” (dette così perché tutti gli invitati depositano campioni di saliva in apposite coppette per la successiva analisi dei rispettivi Dna) sembrano delle robe tristi e distopiche da Brave New World, difficile immaginarle come “parties”, eppure nel bel mondo americano adesso si fa anche quello. Go figure! direbbero i newyorkesi.



Mentre per l’amore Babel style il discorso è cominciato ancor prima di scrivere L’Amore Ai Tempi Del Globale. Nel mio libro precedente, infatti, Come Sopravvivere Ai Newyorkesi, avevo dedicato un capitolo all’amore New York style e ai curiosi rituali amorosi che vanno per la maggiore nella City that never sleeps; questa volta ho voluto riprendere l’argomento in un contesto più globale, partendo da cosmopoli come New York e Miami, dove già da tempo le relazioni romantiche sono spesso accompagnate da prefissi come multi, poli, bi, pluri, inter… e dove l’amore, più che New York style o American style, si puà definire Babel style: l’incontro/scontro di lingue, costumi, etnie, mentalità, religioni e tradizioni diverse che scendono a compromessi per soddisfare le irrazionali esigenze del cuore e fondersi in magica armonia. Good luck to all of us!

La seconda parte di questa intervista verrà pubblicata domani.


02 May, 2009

東京スカイツリー。Tokyo Sky Tree, a due passi dal cielo.

fonte: www.tokyo-skytree.jp

Dimenticate pupe e cervelloni, maggiorate e cafoni.
A Tokyo il mondo dei reality è un pezzo avanti, pardon, in alto: qualcosa come 610 metri.
Tramite un sito interamente dedicato, completo di web TV e webcam, è infatti possibile seguire la realizzazione della nuova Tokyo Sky Tree Tower, destinata a diventare il simbolo avvenieristico della città e del Giappone.
Numeri da capogiro per la nuova torre, pronta a sfidare le più alte del Pianeta e a rimpiazzare la piccola e ormai vintage Tokyo Tower che, con i suoi 333 metri, non è più in grado di sostenere la copertura del segnale digitale terrestre della città.

fonte: www.tokyo-skytree.jp

La sua base è triangolare, come la zona in cui sta nascendo la nuova area metropolitana racchiusa tra i fiumi Sumidagawa, Arakawa e l'asse est-ovest del flusso stradale. Forme concave e convesse si protendono al cielo e, come nella tradizionale pagoda giapponese, al centro della struttura si ha un unico pilastro che unisce i suoi piani ma allo stesso tempo ne garantisce l'indipendenza.

"Come un maestoso albero che si protende verso il cielo, la Tokyo Sky Tree nasce a simbolo di una nuova e rigogliosa communità. Dove le persone si riuniscono in armonia, senza pregiudizi razziali o discriminazioni, assistendo alla nascita di una nuova città, creata sulla base della moderna cultura del rispetto per l'ambiente e per l'uomo." Così ci racconta la Rising East Press in un comunicato scaricabile dal sito.
Un progetto che ha coinvolto attivamente gli abitanti di Tokyo: tramite un'indagine condotta nell'arco di un mese, tra i 6 candidati (Tokyo Edo Tower, Tokyo Sky Tree, Mirai Tree, Yume Miyagura, Rising East Tower, and Rising Tower) il 6 giugno 2008 viene rivelato il nome della nuova torre di Tokyo.

fonte: www.tokyo-skytree.jp

La comunicazione minimal è racchiusa in 7 chiavi cromatiche: i tre toni del verde, dal più scuro al più chiaro, simboleggiano rispettivamente tradizione, giovinezza e comunione. L'arancio il futuro; il rosa la gentilezza; il viola l'eleganza e l'azzurro l'ecologia.
Come fiori e frutti stilizzati che si muovono leggeri intorno al simbolo del Giappone del passato e del futuro.
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