
Avete presente quel meraviglioso monte dalla cima innevata che faceva capolino nei cartoni animati giapponesi che vedevamo da bambini? Immancabile in ogni rappresentazione del Giappone, tanto amato da essere soggetto di ben 36 vedute artistiche del grande Maestro Hokusai. Ebbene, si tratta di un maestoso vulcano.
Ogni anno, dal 1° luglio al 31 agosto si apre ufficialmente la stagione per recarsi in visita alla montagna-santuario più alta del Giappone (3776 metri).
Pare che ogni anno siano in tantissimi a cimentarsi in questa estenuante impresa: secondo i dati del 2009, lo scorso anno è stato toccato il record, con più di 300000 visite e il classico picco nel weekend dell'Obon (festa che coincide con il nostro Ferragosto). vediamo cosa succede quest'anno.
Con una manciata di giorni di riposo a disposizione, anche la vostra Zen lo scorso anno ha colto l'occasione per scalare il maestoso kazan.
Vestita a cipolla, scarpe da trekking e zaino stipato di acqua, caramelle e cioccolatini, mi sono cimentata in una delle arrampicate più famose del mondo.
La scalata al Fuji-san è scaglionata in 9 livelli, chiamati go-me. Ogni livello è provvisto di una fornita area di sosta, con bar, toilette e pronto soccorso; è inoltre possibile pernottare in spartane baite. Il quinto go-me è l'ultimo punto in cui si può arrivare con i bus e i servizi di collegamento con la valle, è perciò il più gettonato per iniziare la scalata.
Tempo stimato per l'ascesa: 9 ore. Il ritorno si compie in metà tempo ma la discesa è particolarmente ripida.
All'inizio l'impresa può sembrare facile. Infatti, nonostante il terreno sia sterrato, la salita non è particolarmente ripida e gli alberi regalano un po' di ombra.
Inoltre, i recenti lavori stradali hanno arricchito il percorso con gradoni facilmente praticabili anche dai bambini.
Dal sesto livello, però, la strada si fa improvvisamente ripida e scoscesa. L'aria è ancora ricca di ossigeno e con un po' di costanza si può arrivare al settimo livello, ma si è a meno di un quinto dell'estenuante percorso che porta in cima, e sono in molti gli scalatori che si arrendono al livello successivo.
Man mano che si sale in cima l'aria si fa sempre più rarefatta e le rocce vulcaniche prendono il posto della strada sterrata.
Piante e insetti si fanno sempre più rari, il cielo è offuscato da dense nubi.
Ci si ritroverà presto a scalare con mani e piedi; nelle zone più dure sono presenti catene e maniglioni piantati nella roccia a cui aggrapparsi.
Arrivati all'ottavo livello, il panorama si fa davvero surreale. Se si guarda in giù ci si spaventa per l'infinità della strada percorsa, ma il tratto più difficile deve ancora arrivare e la vetta non è ancora visibile. Potrebbe definirsi in qualche modo il punto di "non ritorno": la stanchezza rende un incubo anche la discesa, e con un po' di riposo i più orgogliosi potranno riprendere fiato per portare a termine l'arduo compito.
Gli ultimi 200 metri in altezza sono in assoluto i più duri, e richiederanno almeno un'ora per essere completati. Intorno a voi roccia nera, polvere e pochi scalatori superstiti che, come voi, hanno intenzione di oltrepassare quel meraviglioso torii bianco lassù in cima.
La visione dell'enorme cratere, imbiancato di neve e ghiaccio anche in piena estate, vi riappacificherà con il mondo. Ma niente è paragonabile all'alba che potrete ammirare soltanto il giorno dopo.