07 September, 2008

生け花。Incontri ravvicinati con l'ikebana.


Non è che capiti proprio tutti i giorni di poter assistere all'esposizione collettiva per l'ottantesimo anniversario della leggendaria Scuola di Ikebana Sogetsu a Tokyo.
Ma a me è capitato per ben due volte, complice il destino che mi ha fatto ricevere due inviti per la stessa mostra a distanza di pochi giorni.

La prima occasione arriva in un piacevole pomeriggio di settembre.
A spasso per la sempre affollata ma per me instancabile Shibuya, l'afa di agosto magicamente scomparsa sotto un incredibile akibare, il nome con cui in Giappone si indica il cielo d'autunno. Il mio cellulare rosa si illumina giocoso; ancora non ho idea dello stupore che proverò solo un'ora dopo, davanti a quelle opere di fiori viventi.


Salto sulla Denentoshi-sen e scendo a Futakotamagawa. La mia amica M-chan è in italianissimo ritardo di 20 minuti; inganno l'attesa osservando l'abilità del venditore di tai-yaki.


La mostra è allestita in un padiglione espositivo all'interno del department store Takashimaya; chiediamo agli impeccabili sorrisi della reception come arrivarci.
Inizia così il percorso ad ostacoli visivi tra lussuose vetrine griffate: Armani, Prada, Cartier...

L'atmosfera è decisamente solenne, ma le luci morbide e la bellezza delle composizioni mi impediscono di avvertire gli sguardi diretti all'unica gaijin presente alla mostra.


I tre artisti (Chigusa Onaka, Fumi Oka e Ryu Ishikawa) espongono lavori certosini e colossali allo stesso tempo, esprimendo la natura rappresentativa della scuola Sogetsu che, a differenza delle scuole tradizionali, accetta l'abbinamento di elementi nuovi e diversi dalle sole piante e fiori (Marzia-san correggimi se sbaglio^^).

Nuvole di orchidee sorrette da intrecci geometrici, boccioli che si elevano da foglie galleggianti e una intricata foresta di rami carichi di yuzu. L'effetto è quello di capirci magicamente qualcosa, perché dentro al petto qualcosa succede.


Esco da questo mondo un po' stordita, ma torno in me il tanto per firmare il guestbook in kanji, sotto gli sguardi divertiti delle addette.

La scena si ripete domenica pomeriggio. Mi presento munita di camera digitale e sguardo fiero da gaijin che forse la volta prima ci aveva capito qualcosa.

16 comments:

Elena Bruno said...

Arte affascinante e rigorosa! Grazie per il post e per gli appunti fotografici!

Anonymous said...

Straordinari!

Claudia Casu said...

Cara Twostella:
come avrai capito ero una semplice spettatrice, ma se trovo un angolino tra le mille cose che faccio, quasi quasi... ^^

Max:
dal vivo sono qualcosa di incredibile

The City said...

Ike-bana=arte di disoporre i fiori? Denentoshi-sen= metro?

Certo un vero spettacolo, ma i fiori utilizzati sono fiori provenienti da tutto il mondo? E quanto può durare una composizione?

Anonymous said...

Si, si carissima è proprio come dici tu, la sogetsu, "accetta l'abbinamento di elementi nuovi e diversi dalle sole piante e fiori"! Ho provato un clamorosa invidia, bonaria ma clamorosa, avrei voluto essere lì. Sai che faccio? Corro a creare una composizione, ricordandomi di quando anche io nel mio piccolo esponevo nelle collettive di ikebana a Roma!

Claudia Casu said...

Marzia-san:
capiti a fagiolo, anzi a fagiolo azuki!!!
Puoi rispondere tu alle mille domande della Stefy? Io sono troppo profana ^^
(rispondo solo sulla Denentoshi-sen: linea della metro che parte da Shibuya ^^)

Anonymous said...

Eccomi rispondo a Stefy: i fiori usati sono quelli che puoi reperire più facilmente quindi a seconda di dove crei cambiano i materiali,però non spezzi i rami di un albero ma prendi quelli provenienti dalla potatura, non strappi i fiori di un giardino ma usi quelli coltivati meglio se bio. Quanto dura l'opera? Dipende da cosa usi, i fiori sono trattati ma durano mediamente una settimana se invece usi foglie e fili di ferro molto di più...

The City said...

Che meraviglia. Grazie. Certo io sarei negata però mi affascina tutto ciò.

Claudia Casu said...

Ho provato una volta sola e dopo 30 minuti sono riuscita a sistemare giusto un rametto, e non so nemmeno come... ^^
Grazie mille Marzia-san, preziosissima consulenza!

Anonymous said...

Sono due giorni che ho trovato questo blog, ed ho già letto tutti i post pubblicati in questi mesi! Coinvolgente, affascinante, sapete entusiasmare chi vi legge e farlo viaggiare, realmente, almeno un po'!

Claudia Casu said...

Cara Livy
le tue parole sono come un bel calice di champagne: fresche, frizzanti e fanno un po' girare la testa.
Grazie di cuore da Zen (e anche dalla mia adorata e superimpegnata "the City". Ma quando riesco a portarti da Nobu??? ^^)

The City said...

Ci sono ci sono, saltello da una metropoli all'altra ma vi leggo. Per Kazu: Quando torni dal Giappone ed io atterro a Fiumicino possiamo vederci al Check-in e partire per Milano. Il merluzzo al Miso di Nobu è un'esperienza fantastica.

Per tutti: Grazie a chi continua a leggerci con tanto interesse. È pura linfa per noi. Un blog vive di questo.

The City

Barbara Palermo said...

Bellissimo il tuo blog: me ne sono innamorata!
P.S. Se ne hai voglia, passa dal mio blog, c'è un premio per te e la tua arte!
http://ricettebarbare.blogspot.com/2008/09/arte-ponto-vida.html

Chantilly said...

che bellezza! arte purissima, freschezza per gli occhi.
molto interessante le spiegazioni di marzia - grazie.

Claudia Casu said...

Barbara:
grazie mille, ci state ricoprendo di premi e ne siamo onorate!!!

Chantilly:
è grazie alle persone come Marzia che questa nobilissima arte continua a vivere nel mondo.

yanmaneee said...

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