
Sarà perché è nato lo stesso mio giorno, sarà perché ultimamente le mie passeggiate si sono sempre concentrate al di sotto della quarantaduesima, oggi mi concedo un salto nella strada più lussuosa di Manhattan, in occasione (ne hanno parlato in tanti) dell’apertura del palazzo Armani a New York.

Gli architetti che si sono occupati del progetto (due qualunque, si tratta solo di Massimiliano e Doriana Fuksas) hanno concentrato le loro energie sulla scala: davvero un’opera d’arte, sembra di stare al Guggenheim. Inutile dire, che è il collegamento tra i vari piani di questi 4.000 metri quadri dedicati a donne e a uomini stregati dal Made in GA. All’ultimo piano, immancabile, una splendida terrazza, con Central Park sul fondo e il ristorante (cucina innovativa e raffinata, proposta da Lorenzo Viani e dal suo Chef). A Milano, Armani ospita il ristorante Nobu di cui ricordo un eccezionale merluzzo al miso nero, che qui a Manhattan ha diverse sedi, più a "sud".
Trovo imperdibile il video che riassume tutti i lavori, dalla stretta di mano al taglio del nastro. Nonché i numerosi Vip accorsi per l’evento, da Ricky Martin a Vittoria Beckham:
Ora la Fifht ha la sua griffe in più. Ma la domanda sorge spontanea: chi invece si è fatto da parte? Secondo le mie ricerche al 717 della Quinta, fino a qualche anno fa c’era la sede Merryll Linch, banca d'investimento con sede a New York.

Va ricordato che Giorgio ha fatto una cospicua donazione al The Fund for Public School in occasione dell'inaugurazione del suo concept store e che quelli del PETA, hanno manifestato fuori dallo store (pare che Giorgio si fosse impegnato a non utilizzare pellicce per le sue collezioni... e invece).
In ogni caso, benvenuto Giorgio. Sicuramente, dopo aver letto il post di Zen sullo store Armani a Tokyo hai voluto aprire anche qui, per dare modo anche a The City di scrivere sullo stesso argomento. L'ho capito solo ora. Grazie di cuore.