16 August, 2008

玄関。Ode al genkan.

(Continua la serie dei post "riproposti". Zen and the City vi danno appuntamento a settembre con i post nuovi).

Chiudo con precisione la porta del vecchio ascensore e, con grande coraggio, mi arrampico sull'ultima rampa di scale che mi separa beffarda dal poter decretare il ritorno a casa.
La porta blindata rimbomba alle mie spalle, getto la borsa sullo zafu vicino all'ingresso.
Tadaima. Sono tornata. Mi sfilo le scarpe e salgo sul mio tappeto sardo. Bianco, tessuto a grani con un motivo tradizionale. Un genkan sardonipponico, il mio.
Sistemo le scarpe con la punta rivolta verso l'ingresso e mi appresto a godermi il mio quotidiano, meritatissimo ritorno a casa.

In tutte le case giapponesi e in tantissimi locali, è d'obbligo levarsi le scarpe prima di entrare.
Il genkan è lo spazio adibito a questa funzione, e separa l'area interna da quella esterna. Generalmente è costituito da un atrio costeggiato da un armadio o da ripiani, dove si ripongono le scarpe e i vari accessori. Nella foto è ritratto il genkan di un ristorante tradizionale, con tanto di pedana centrale che aiuta a "guadare" l'ampio atrio.


O-agarinasai. "Salga pure, prego." Tramite un gradino si accede all'interno della casa o del locale, facendo ben attenzione a non salire con le scarpe nè a poggiare i piedi sul pavimento dell'ingresso. La padrona di casa provvederà a sistemare le nostre scarpe, allineandole per bene e con le punte rivolte verso l'esterno.

In tutte le case dei miei amici ho le mie ciabattine personali, e a casa mia riservo loro lo stesso trattamento. Dai miei genitori sono di spugna, bianche e morbide, con le ciliegie ricamate.
Dalla mia Sensei di pittura sumi, invece, tra le slipper a disposizione per noi allievi, prediligo sempre quelle aperte davanti e con l'incrocio.
Gli appartamenti di Tokyo sono spesso piccini e privi di terrazzo. Così ecco che il genkan diventa un piccolo deposito, un luogo da riutilizzare con destrezza: la mia amica ci tiene la bici e qualcuno... ci stende i panni :)

Non vi resta che godervi il piacere di ciabattare in casa d'altri e, mi raccomando: attenzione al fatidico buco sul calzino.
Se volete approfondire cliccate qui.

7 comments:

Chantilly said...

C'è un motivo perchè la punta sia rivolta verso l'esterno, o è solo per praticità quando si va via non si deve fare girare le scarpe in questione con il ditone del piede, in equilibrio su una gamba sola e con il rischio di perdere l'equilibrio.
Fantastica l'imagine del tapetto sardo nell'appartamento giapponese.
Ci vediamo a settembre! come dico io: buona anno nuovo!

Claudia Casu said...

Cara Chantilly,
proprio così. È solo una questione di praticità, l'ospite deve faticare il meno possibile sia all'arrivo che al ritorno ^^

Buon anno nuovo anche a te :D
Zen

Anonymous said...

Si, e' una ragione pratica e credo anche estetica e di ordine. le scarpe non sono semplicemente tolte e lasciate lì, ma sono tutte affiancate, altrimenti ci sarebbe un gran disordine...
Purtroppo quando c'e' tanta gente in casa non si puo' evitare... a me quest'estate e' capitato che in casa eravamo un sacco di gente, nessuno piu' sapeva come allineare le proprie scarpe...

Claudia Casu said...

Ciao Johnny,
vivi in una famiglia numerosa? :)
A me una moltitudine di scarpe allineate mette sempre tanta allegria.

Anonymous said...

no, ero ad un barbeque alla giapponese, e poi siamo rientrati tutti in casa anche per rimettere tutto a posto e fare ordine...eravamo circa 10 persone, la genkan era piccolina, comunque.
Anche a me faceva tanta allegria vedere tutte quelle scarpe!!!

raybam said...

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Anonymous said...

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