
L'arte è sorpresa, equilibrio, sofferenza, bellezza.
Come un artista cerca i suoi toni tra mille colori, così una Maestra di Kimono crea la perfetta combinazione affinché l'indossare questo abito tradizionale giapponese si trasformi in un'opera d'arte.
Ce ne parla
Kanako Osawa, giovane Maestra di Kimono
1kyu** dal 1992.
** 1kyu è il più alto livello in una scala di 3 kyu; solo con il primo shihan 1kyu si può insegnare come indossare appropriatamente il kimono.Kanako-san, che importanza ha il kimono nella vita di una donna giapponese?
Oggi è rimasta solo come tradizione del nostro Paese, di fatto ormai molto moderno.
Viene indossato dopo i 30 gg dalla nascita, a 3 anni, a 7 anni e a 13 anni (vecchissima tradizione solo in alcune parti del Giappone) per accedere alle cerimonie del tempio shintoista.
Oggi a 20 anni si fa la cerimonia in comune in kimono per festeggiarla. Ogni anno a gennaio il secondo lunedi è la festa nazionale per festeggiare i 20 anni (
ndk. 成人式
"seijin shiki". La maggiore età in Giappone si raggiunge a 20 anni). Parliamo di un kimono
furisode solitamente regalato dai genitori.
Normalmente,
quando ci si sposa i genitori preparano alcuni kimono per la figlia. Una tradizione è quella di inserire un
kamon (stemma) della propria famiglia, per non dimenticare il proprio cognome che, sposandosi, la figlia perderà.
Prima dell'occidentalizzazione del Giappone, con che frequenza si indossava il kimono e chi poteva indossarlo?Praticamente tutti. Ovviamente variavano i tessuti e i colori in base al ceto sociale e all’agiatezza economica. Spesso i pezzi erano anche misti con
hakama (
tipica gonna pantalone), soprattutto nei periodi economici difficili.
Oggi si vede solo nelle occasioni speciali; ma una volta si indossava normalmente? Certamente, e specialmente fino a durante il periodo della guerra. Poi, dopo gli inizi degli anni '50, piano piano si è cominciato a tralasciarne l’uso quotidiano.
Solo negli ambienti artistici si è proseguito l'utilizzo quotidiano del kimono (indossato, per esempio, nelle sale da tè dalle
geiko).
Cosa significa diventare Maestra di Kimono?Significa avere una passione dalla nascita per i kimono.
Mia nonna aveva una grossa passione per i kimono e ne possedeva molti kimon; quando da piccola andavo a casa sua ero felicissima. Apriva i cassetti e mi raccontava le storie di un tempo che fu con i vari kimono.
I colori, la femminilità dei gesti ormai sempre piu rari sono un dono prezioso del nostro Paese e incantano qualsiasi straniero.
Capire e sentire le emozioni che può dare un kimono non puo andare perso nel tempo ed è giusto insegnare alle nuove generazioni proprio questo.
Quali sono i motivi che spingono ad intraprendere un percorso così duro, e quanti anni ci vogliono per raggiungere il suo livello?Con i primi 2 livelli si apprendono le tecniche, le tipologie e moltre altre cose; con l’insegnamento avviene invece l’affinamento reale che, come nelle arti marziali, dà l’opportunità di tatuare nelle testa veramente le procedure e le finezze. Per raggiungere i 3 livelli mediamente ci vogliono 7/8 anni.
Gli occidentali sono molto attratti dalla bellezza di questo capo, ma spaventati dalla difficoltà con cui si indossa. Per questo motivo, nelle sfilate di alta moda si vedono spesso capi che richiamano all'obi o alle maniche del kimono.Di solito questo genere di abito viene chiamato
yofuku (vestito occidentale), per identificare una occidentalizzazione del kimono tradizionale per
street ware o alta moda.
Ci sono bellissime idee e colori ma, per il Giappone, non ha nulla a che vedere con il kimono tradizionale.
Cosa pensa delle interpretazioni occidentali di questo capo tradizionale?Quando vivevamo a Londra ho visto qualche volta signore con jeans e sopra giacca di
haori in metro o in autobus e, veramente, sono stata colpita per l’originalità e l’accostamento delicato dei colori e dei disegni.
Quando viene accostato un giusto mix di fusione il risultato è molto bello, oggi in Giappone molti giovani vestono alcuni capi misti, ed bello perché viene trascinata la tradizione pur viaggiando nel futuro. Ovviamente parliamo di capi misti appropriati; ma per eventi importanti, religiosi e ufficiali, il non rispettare le regole tradizionali è inappropriato o meglio intollerato.
*Con il termine "geisha" in Occidente si indica quella che in Giappone viene invece definita "Geiko", ovvero l'artista tradizionale giapponese che esprime la sua arte attraverso la musica, il canto, la danza e la conversazione.
Il termine "geisha" viene introdotto in Occidente dopo l'invasione americana del Giappone durante lo scorso secolo, quando si definivano così le accompagnatrici dei quartieri di Tokyo.
Mentre nell'immaginario occidentale la geisha viene relegata alla semplice funzione di intrattenitrice del pubblico maschile, in Giappone ogni gesto della Geiko deve rappresentare bellezza e armonia, ed ella lavora sodo per esprimere qualcosa di sublime anche nel semplice atto di versare una tazza di sakè.